Politica

Oggi Tavaroli davanti ai magistrati e spunta il giallo di un tesoro in Usa

Un’inchiesta di «Panorama» indica nel Delaware il paradiso fiscale dove l’ex responsabile delle security Telecom avrebbe depositato milioni di euro

Stefano Zurlo

da Milano

È il giorno di Giuliano Tavaroli. L’indagato numero uno dell’inchiesta Telecom risponderà alle domande dei Pm nel carcere di Voghera, dov’è rinchiuso da mercoledì scorso. Tavaroli era il capo della Security di Telecom e dal vertice della piramide avrebbe spiato illegalmente mezza Italia. Basti dire che lui e il successore Pierguido Iezzi avrebbero maneggiato qualcosa come 20 milioni di euro extrabilancio. E non si riesce ancora a capire se la centrale messa su da Tavaroli fosse una sorta di feudo personale o rispondesse ad altri soggetti. E non è nemmeno chiaro a chi fossero destinati i dossier costruiti pescando nelle banche dati dei ministeri o appaltando le ricerche alla Polis d’Istinto dell’amico Emanuele Cipriani. Centinaia di italiani, vip e perfetti sconosciuti, sono stati spiati e attendono spiegazioni. Si pensava che i Pm volessero sentire già questa settimana l’ex amministratore delegato e oggi vicepresidente esecutivo di Telecom Carlo Buora, ma il meeting è stato rinviato. Prima il pool di magistrati vuole riascoltare Tavaroli. «Non ho commesso reati», si è difeso lui nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip aggiungendo che il superiore cui faceva riferimento era appunto Buora. Armando Focaroli, presidente di Italaudit, la società del gruppo incaricata dei controlli interni, ha dato però un’altra versione: «Tavaroli godeva di ampia autonomia, agiva con grande frequenza mediante operazioni fuori sistema, e non riferiva sostanzialmente a nessuno, se non al Presidente». Marco Tronchetti Provera.
Intanto, il settimanale Panorama oggi in edicola apre una finestra sul tesoro, immancabile come in tutte le inchieste che si rispettino. Dove l’ha nascosto Tavaroli? I Pm lo cercano fra Uruguay, Singapore e Monte Carlo, il settimanale, oggi in edicola, avrebbe trovato una traccia negli Usa. Più precisamente nel Delaware, piccolo paradiso fiscale sulla costa orientale. Qui Panorama ha scoperto una società, la Key Knowledge management network, che avrebbe fra i soci fondatori proprio l’ex responsabile della security di Telecom. L’inchiesta avrebbe messo piombo nelle ali del sogno di Tavaroli: creare nel Delaware una grande agenzia investigativa capace di competere con la mitica Kroll, la società con cui il supermanager aveva duellato nel corso dell’affaire Brasil Telecom.

In coda a questa storia un tocco da fiction: nel progetto, secondo il magazine, era coinvolto anche Giampaolo Spinelli, ex capocentro della Cia a Mogadiscio poi nel libro paga di Telecom.

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