Cronaca locale

Ogliari in carrozza per raccontare Milano

Non è certo l'unica ad averli. Ma è quella che con essi intreccia un rapporto tanto affettuoso da sfociare in una forma di simbiosi. Per cui se ti domandi quale sia in Italia la città dei tram, di ritrovi a rispondere «Milano».
A quel rapporto, espresso da una storia lunga 205 anni, Francesco Ogliari - forse il massimo esperto al mondo di storia dei trasporti - ha dedicato il libro Milano in tram, da poco pubblicato per i tipi di Hoepli editore (pp. 231, 49 euro). Il sottotitolo - Storia del trasporto pubblico milanese - spiega la natura del volume in modo un po' asettico e, lo diciamo senza intenzione di critica, un po' limitativo. In quelle pagine, e soprattutto nelle tante foto che le corredano, c'è molto di più: un'intrigante storia sociale milanese, da cui il lettore può comprendere come eravamo e come siamo diventati. Arricchito da una prefazione di Bruno Soresina (presidente Atm), il libro comincia quando a posar rotaie sulle strade non ci si pensava, pur nella convinzione di dare a Milano un sistema di trasporti pubblici. Le fiacres, carrozze a cavalli che i meneghini ribattezzano subito in fiacher, sono le vetture con cui nel 1801 si inaugura il servizio, autorizzato dal vicerè Eugenio Beauharnais. Le guida, seduto in serpa, un vitturin coadiuvato sulla predella posteriore da un servitor, e le traina una coppia di animali. Quel sistema avrà vita lunga, e contribuirà a scrivere anche le pagine più note e nobili della storia milanese. Tra tutte Ogliari ricorda le «Cinque giornate», quando usano le carrozze come barricate contro gli austriaci. Per la posa delle rotaie bisogna attendere il 1876, quando entra in servizio il tram a cavalli che unisce Porta Venezia a Monza. È un cambiamento di cui si discute però da almeno un decennio per risolvere i sempre più frequenti casi di congestione del traffico, e l'evento viene salutato in vari modi. Tra i più curiosi, la pubblicazione di un «giuoco del tramway», una specie di gioco dell'oca a tema. Di vera e propria Milano in tram, dunque, si parla a partire dall'ultimo quarto di Ottocento. Basta poco per capire quanto il nuovo sistema cittadino sia efficace: come riporta Ogliari, negli anni '90 del Diciannovesimo secolo Milano è la città a più alta qualità di trasporto pubblico. Tra le ragioni, una scorre lungo il racconto emergendo più volte in capitoli specifici: l'innovazione. Per il servizio tranviario, i passaggi più importanti sono due: l'elettrificazione, decisa nel 1892 e attivata il 1º novembre dell'anno successivo sulla linea che collega corso Sempione a piazza Duomo; le vetture «a carrelli», entrate in circolazione alla fine del 1927 e più grandi di quelle in uso sino ad allora. Le stesse vetture arancioni che ancora oggi coprono non poche tratte, e che in qualche esemplare girano come tram ordinari a San Francisco, con tanto di stemma meneghino.
Ogliari, come abbiamo detto, non si concentra solo sul tram. Non mancano densi capitoli sulla storia degli autobus, e nemmeno una dettagliata storia della metropolitana, inaugurata nel dicembre 1961 ma pensata, per la prima volta, più di cent'anni prima, nel 1857. Ma il tram è il vero protagonista, malgrado gli ultimi decenni ne abbiano ridotto il ruolo a vantaggio di soluzioni sotterranee e stradali. Pure, un tempo esistevano linee tranviarie fino a Monza e a Cassano d'Adda, e ciò faceva di Milano una città all'avanguardia anche nella sostenibilità ambientale.

Sommessamente, il libro suggerisce al presente e al futuro qualche intelligente lezione del passato.

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