Olimpiadi: il Coni non abbia fretta

Claudio De Carli

«Caro Giovanni Petrucci, non metta fretta a Milano». La lettera sulla candidatura olimpica che l’assessore allo sport Aldo Brandirali ha inviato al presidente del Coni non è un lamento, tantomeno una prece: «...siamo pienamente coscienti che la nostra candidatura per i Giochi del 2016 si trovi in svantaggio rispetto a quella di Roma e proprio per questo dovrebbe diventare materia di riflessione. In questa città da almeno due decenni c’è una situazione di grande squilibrio fra l’alto livello del medagliere olimpico milanese e la debole collocazione dello sport nei programmi dell’amministrazione milanese perché la metropoli dell’iniziativa privata sembra non comprendere la necessità di un costo sociale dello sport. Proprio questo svantaggio deve diventare per il Coni la ragione per scegliere Milano».
Una presa di coscienza che mostra assieme l’umiltà e la laboriosità della città Il Coni deve decidere dove e come l’effetto Olimpiadi può diventare volano di uno slancio degli sport e della vita sportiva e l’assessore non ha dubbi a identificare Milano come la città più bisognosa e al contempo la più capace di stupire.


Dottor Petrucci ci dia una possibilità, non abbia fretta di decidere a gennaio, il Cio chiede una candidata ufficiale per il luglio 2007, non ci metta fuori prima ancora di iniziare a correre: «Chiediamo con forza - prosegue l’assessore nella sua lettera - che la decisione sia rinviata almeno fin dopo le elezioni».
La missiva è stata recapitata a Petrucci, ma ha evidenti destinatari i candidati sindaci di maggio.

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