Olive Amari, un happy hour davvero felice

Happy hour, che ora felice è se i banconi da bar sono stipati di cibi freddi, ai limiti del commestibile e con l’igienico che si confonde col transgenico? Prendi l’oliva da tavola per esempio, simbolo pluridecennale dello snack: quante volte al primo morso segue il rimorso? Tante. Non se, però, il destino benevolo ci rifila in bocca quelle rare olive di grande polpa compatta, croccante, consistente e di facile distacco dal nocciolo.
Capita con quelle prodotte a Villa Sicilia, villasicilia.com, di tipo Nocellara del Belice, olive da mensa da sei generazioni oggi timbrate da Emerico Amari, imprenditore siculo-austriaco. I segreti di tanta bontà annidano nella bassa resa degli ulivi, nella fermentazione in acqua e sale da 8 a 12 mesi, priva di additivi chimici, nel tasso di acidità bassissimo (0,01%) e nel sentimento paterno di Amari: «Se nella raccolta un’oliva va persa, soffro», spiega.
Tale dedizione transita dritta sui nostri palati all’happy hour di sempre più bar d’Italia e oltre (il Jamaica in Brera a Milano è un esempio). Ma varrebbe la pena verificare tanta bontà direttamente alla sorgente, quella piana del Belice su cui Amari ha appena rimesso a nuovo con gran gusto un baglio di proprietà.

Da queste finestre si osserva l’acropoli dell’insediamento archeologico di Selinunte e nelle belle giornate persino Pantelleria.

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