Politica

Oliviero Toscani: "I politici sono produttori di crisi"

Il fotografo contro tutti: «É il conformismo come stile di vita il «peggior nemico» della creatività, rende incapaci di assumersi dei rischi»

La crisi non si supera se non ci si interroga individualmente sul proprio ruolo all'interno della crisi stessa e se si rimane ancorati ad un comodo «conformismo» come stile di vita, che è il «peggior nemico» della creatività e rende incapaci di assumersi dei rischi. Parola di Oliviero Toscani, che ha incontrato ieri a Milano i giovani imprenditori di Sistema Moda Italia. Toscani affronta il tema della crisi in tutti i diversi aspetti della vita quotidiana e la inquadra però soprattutto in chiave di responsabilità individuale e di apporto personale di idee, creatività e innovazione: «In questo momento - osserva - si parla della crisi come se fosse qualcosa fuori di noi. Tutti noi dovremmo fare un esame e chiederci: "Ma io sono la crisi? Sono uno dei portatori di crisi o di novità"? Questo dobbiamo fare per superarla. Guarda i nostri politici: loro sono tutti produttori di crisi. Chi non è produttore di novità è produttore di crisi. La crisi non è estranea all'individuo...». «La moda è il massimo del conformismo in questo momento perché è autoreferenziale, noiosa, senza coraggio», ha detto il fotografo ad Apcom, secondo cui «la comunicazione di moda è tutta uguale. E se qualcuno fa qualcosa di diverso lo fa in modo volgare e non davvero creativo». I motivi? «C'è la paura di non essere nella tribù della moda» che ormai «è diventata una casta». Esempio di questo appiattimento creativo è che «tutti usano la stessa modella, così sono tutti contenti». In altre parole, secondo Toscani, non si rischia più: «Ma la creatività è l'opposto della sicurezza. Per essere creativi non si può essere 'sicurì, bisogna rischiare, fare cose diverse. Come negli anni Sessanta, quando non si copiava niente, ognuno era unico e irripetibile. Adesso non è così, tutti vogliono essere uguali all'altro». Toscani invita inoltre ad un corretto uso delle tecnologie: «Chi produce tecnologia ha creatività, chi invece la consuma pensa di essere creativo ma in realtà è solo più pigro. La tecnologia ci fa sempre più pigri». E ricorda: «Ogni tempo ha le sue tecnologie. La bachelite o il nylon sono state invenzioni importantissime. Ci sono stati degli avanzamenti tecnologiche enormi anche in altre epoche. Basta pensare all'invezione della stampa: non c'è stato un analogo passo in avanti nella storia. Penso anche alla cupola del Brunelleschi: nessuno credeva che stesse su, invece lui è riuscito: un opera architettonica avanzatissima». E a un ventenne consiglia: «Non conformarsi, deve dimenticare, forse non deve guardare niente. È meglio che sia analfabeta totale. Chiaramente con una preparazione di base. Ma non deve mettere i piercing, i tutuaggi, queste cose qui che rendono tutti uguali.

Senza facebook: tutti conformismi che servono solamente a creare crisi».

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