Oltre 400 casi di meningite in bambini e adolescenti

Casi isolati o focolai epidemici che ciclicamente insorgono. Virale o batterica che sia, non ci sono dubbi: la meningite fa paura. Spaventano soprattutto le forme di origine batterica, quelle causate dal meningococco (prevalentemente di tipo C), le più gravi, spesso a evoluzione fulminante. Responsabili di oltre un terzo dei 900 casi di infezione che ogni anno si verificano in Italia. Ancora oggi la malattia da meningococco è la causa più comune di meningite tra bambini e adolescenti. Negli ultimi sette anni i casi segnalati nel Paese sono stati oltre 400, di cui 63 fatali (il 14 per cento). Tredici le infezioni registrate dall’inizio di quest’anno nella sola Regione Lombardia, con 4 casi mortali.
Cifre preoccupanti che potrebbero essere minimizzate con la vaccinazione. L’esperienza britannica insegna: l’adozione di una campagna nazionale di prevenzione contro la meningite meningococcica C, ha abbattuto quasi completamente il numero dei casi. «E’ fondamentale prevenire la meningite meningococcica»,spiega Susanna Esposito del dipartimento di scienze materno infantili dell’Università degli studi di Milano, vicedirettore della clinica pediatrica I presso la Fondazione Irccs Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena. «Anche se correttamente diagnosticata e trattata, questo tipo di infezione può causare decessi nel 15 per cento dei casi e lasciare in chi guarisce disabilità permanente (cecità, sordità, paralisi, ritardo mentale) nel 20 per cento dei casi. Oggi abbiamo a disposizione un vaccino di nuova generazione, con una tollerabilità assolutamente eccezionale, efficace e sicuro, in grado di garantire la risposta immunitaria anche nei bambini di pochi mesi». In Italia la vaccinazione anti-meningococcica è raccomandata, ma non obbligatoria. Dal 2007 ad oggi, l’incidenza delle infezioni da meningococco C si è ridotta, grazie alle raccomandazioni contenute nel Piano Nazionale Vaccini 2005-2007 che prevedevano di immunizzare contro il meningococco C. A livello regionale vi è però una forte disomogenità nei sistemi di offerta del vaccino: ovvero c’è chi offre la vaccinazione gratuita e attiva (vale a dire con proposta da parte del Centro vaccinale), o solo gratuita ma non attiva, in copagamento o addirittura chi non la offre affatto. Seppur con modalità differenti, l’offerta attiva della vaccinazione arriva a coprire oltre il 50% del territorio. Ma non basta per debellare questa patologia.

«La richiesta dei vaccini raccomandati, come quello antimeningococcico, sarebbe molto più ampia se fossero offerti attivamente e gratuitamente in tutte le regioni» dice Susanna Esposito. Vaccinazione raccomandata non vuol dire meno utile o meno importante.

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