Nautica

Oltre 4mila "indignados" su Facebook

REAZIONI L’ex velista (Moro di Venezia) Max Procopio accende la rete. Sara Armella (Fiera Genova): «Tassa poco produttiva e penalizzante per le aziende»

Oltre 4mila "indignados" su Facebook

Niente popolo viola, niente sceneggiate di piazza con contorno di guerriglia urbana, né gi­rotondini. Ricordate? Solo civilissime proteste da parte di chi ogni giorno deve aprire bottega nel tentativo di sopravvivere all’emergenza. E così, in poche ore, il popolo degli «indignados della nautica» alza la voce su Facebook (www. facebook.com/groups/200618390020944):ol­tre 4mila iscritti in meno di tre giorni. È Max Procopio, azionista di Marine Partners ed ex velista (Moro di Venezia) ad accendere la rete: «Vogliamo conoscere chi ha avuto l’idea di rad­doppiare di fatto il costo di un posto barca con un’inutile balzello. Il risultato? Un esodo in­controllato che deprimerà ancora di più l’azienda Italia.Un provvedimento di questo ti­po deprime, se non annienta, tutto un compar­to e il suo indotto tra cui il turismo».
Tuttavia, appelli al governo e giudizi negati­vi sul nuovo balzello che va a colpire l’intero comparto, sono univoci. Ecco una sintesi.
SARA ARMELLA (FIERA GENOVA)

Duro il giudizio del partner storico di Ucina, Fiera di Genova. «È una manovra- dice il presi­dente, Sara Armella- che non ha preso in consi­derazione, per nulla, la nautica italiana. Il de­cretone “Salva Italia” ha inserito una tassa di stazionamento che era stata abolita nel 2003 perché poco produttiva e molto penalizzante per le aziende, i porti e il turismo. Con questa tassa, una barca di 10 metri viene a pagare oltre 2mila euro l’anno, barche più grandi arrivano fino a 250mila euro. Non mi risulta che ci siano tasse analoghe nella vicina Francia».
ROBERTO PEROCCHIO (ASSOMARINAS)

Un’entrata a gamba tesa quella di Roberto Pe­rocchio, presidente di Assomarinas (88 mari­le na distribuiti lungo le coste italiane): «La nuo­v­a imposta favorirà l’esodo verso l’estero di mi­gliaia di imbarcazioni italiane, soprattutto in Francia e in Croazia. Mentre le associazioni di categoria sono impegnate per promuovere la nautica e il made in Italy nei grandi eventi fieri­stici internazionali, la politica italiana conti­nua a criminalizzare un comparto che ha rica­dute positive anche sull’industria turistica. Le conseguenze? Una catastrofe. La nuova tassa di stazionamento sta già facendo terra brucia­ta di tutti i programmi d’investimento svilup­pati negli ultimi dieci anni, con la reale prospet­tiv­a di allontanare il sistema creditizio dalle in­frastrutture in fase di realizzazione, con un contraccolpo recessivo di oltre 5 miliardi».
POLVERINI, ZAIA E BURLANDO

Per Renata Polverini, presidente della Regio­ne Lazio, «la tassa sugli yacht è demagogica. Di fatto penalizza tutto l’indotto e le regioni per le quali la cantieristica e la portualità è troppo im­portante. Questo è un problema serio».
Da sinistra le fa eco il governatore della Ligu­ria, Claudio Burlando: «Applicare questa tassa significherebbe spostare la nautica di lusso in Costa Azzurra, metterebbe i bastoni tra le ruo­te all’industria nautica e al turismo».
«Mi sta bene latassasui beni dilusso e quin­d­i anche sull’acquisto delle grandi imbarcazio­ni - dice Luca Zaia, governatore veneto, ma non si possono chiedere anche tasse per il loro uso:l’effetto sarebbe l’esodo di barche in Croa­zia, dove non pagherebbero né tassa né accisa sui carburanti, mentre noi ci rimetteremmo sull’indotto turistico e cantieristico. La nauti­ca sparirà, così come i servizi connessi: shop­ping, ristorazione, rimessaggio, riparazioni, accessoristica. La mia è una preoccupazione condivisa anche dai colleghi Errani e Burlan­do. Stiamo perdendo affari a tutto spiano».
GIANCARLO LINARI (PORTOFINO)

Il direttore della Marina di Portofino, Giancar­lo Linari, è convinto che «i nostri porti turistici perderanno competitività a tutto favore della Francia. Il governo rischia di ottenere un effet­to opposto a quello che si è prefisso».
LUIGI CRISPONI (REGIONE SARDEGNA)

«Un colpo letale per tutto il sistema turistico sardo e, in particolare, per un comparto strate­gico come la nautica da diporto, sulla quale la giunta ha investito fino a oggi ingenti risorse ­dice Luigi Crisponi, assessore al turismo - La misura sui beni di lusso provocherà gravi dan­ni a un settore che vede la Sardegna al secondo posto in Italia, dietro la Liguria».
GIOVANNI SOLDINI E «VELA SOLIDALE
» Infine, ma non ultimo, il velista Giovanni Soldi­ni: «Stimo molto il premier, ma Monti sul mare non funziona, questa tassa è una follia. Sono molto deluso. Temo la grande fuga all’estero, mentre i nostri sono destinati a fallire».
Per l’Unione Italiana Vela Solidale, l’Asso­ciazione Italiana Scuole di Vela e Legambien­te, infine, «la nautica da diporto non è solo lus­so e ostentazione. Esiste un mondo che vive il mare e la navigazione come risorse didattiche, educative e formative. Sono 16 mila le persone diversamente abili, compresi minori a rischio o del circuito penale, che hanno navigato sulla flotta dell’Unione Vela Solidale.

Senza dimen­ticare il ruolo di Goletta Verde».

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