La Chiesa attaccata, sotto assedio, i telefoni per le vittime in Germania non smettono di squillare, la stampa americana ha attaccato anche il Papa, ieri lallarme per i preti pedofili è arrivato dal procuratore aggiunto di Milano, Pietro Forno, capo del pool anti-molestie. Le sue dichiarazioni hanno riacceso la polemica: «I vescovi sono complici di chi abusa». E ancora: «I vertici non hanno mai denunciato un solo caso». Le dichiarazioni hanno colpito, ferito al cuore il Vaticano. Le reazioni sono state immediate. «È in atto una sleale e pretestuosa campagna mediatica - ha denunciato monsignor Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina, nellomelia del Giovedì Santo. Si dipingono i preti come orchi da evitare, nel vano tentativo di screditare la Chiesa cattolica di fronte allopinione pubblica, per allontanare i bambini e i giovani dalle nostre parrocchie, dalle nostre associazioni e dai nostri oratori». Intanto ieri Forno ha voluto aggiungere: «Non ho mai inteso generalizzare né criminalizzare lintera Chiesa. Io ho indagato e fatto condannare una decina di sacerdoti, mentre migliaia di preti compiono con scrupolo la loro missione. Più che la dimensione del fenomeno, ad allarmarmi è latteggiamento delle gerarchie».
A intervenire ieri è stato anche il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, durante la «Messa Crismale» a Genova: «Nessuna ombra, per quanto grave, dolorosa, deprecabile, può annullare il bene compiuto da tantissimi sacerdoti». Anche se Bagnasco non ha fatto riferimenti espliciti e diretti alla cronaca è apparso chiaro il collegamento alla vicenda dei casi di pedofilia nella Chiesa. «Il sacerdote - ha affermato il cardinale rivolgendosi ai numerosi preti presenti - è luomo della gioia e devono essere portatori di gioia». «La gente - ha proseguito - vi vuol bene, vi guarda con stima e a volte con quella curiosità che la vostra vita, semplice e dedicata nel segno della gratuità, sollecita, perché sempre e comunque, il mondo, credente o meno, guarda al sacerdote con laspettativa di vedere in noi il meglio dellumanità e del bene. Vuole dal sacerdote niente meno che la santità». A Milano, il cardinale Tettamanzi ha sottolineato che anche in «momenti di difficoltà e pur se oggetto di critica e di rifiuto, occorre manifestare, sempre, grande fiducia nella Chiesa».
«Desidero - ha concluso poi Bagnasco - che la pastorale dei ragazzi e dei giovani acquisti sempre maggiore priorità nella nostra Chiesa, anche alla luce degli Orientamenti Pastorali che i vescovi italiani hanno scelto per il decennio». Infatti, «è allinterno di questa cura che si può svolgere anche quellindispensabile e urgente pastorale vocazionale che vi prego di avere nel cuore, nella preghiera vostra e delle vostre comunità, nella penitenza e nella concreta corrispondenza alle iniziative del nostro Centro vocazionale».
Una posizione netta lha presa ieri anche il Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia.
«Come ha affermato Benedetto XVI, hanno ribadito il Cardinale Angelo Bagnasco ed il recente Comunicato finale del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana, la pedofilia è un crimine odioso, ma anche peccato scandalosamente grave che tradisce il patto di fiducia inscritto nel rapporto educativo. Se commesso da una persona consacrata, acquista una gravità ancora maggiore». Il cardinale si dice commosso e choccato da questa ondata di denunce per pedofilia, e parla di «sgomento, senso di tradimento e rimorso per linfanzia violata».
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