Ombre sulla zia: «Sapeva» E la mamma di Sara: «Sabrina dica la verità»

TarantoNon è indagata, ma non ha convinto. E adesso, il giorno dopo l’interrogatorio, nell’inchiesta affiora il sospetto che lei, Cosima Serrano, madre di Sabrina e moglie di Michele Misseri, non abbia detto tutto: al contrario, gli inquirenti vogliono verificare se la donna fosse a conoscenza della tragica fine di Sara e non abbia poi parlato per blindare il terribile segreto di famiglia. Ma per il momento è solo uno spunto investigativo sviluppato dopo un colloquio di tre ore in procura. Cosima non avrebbe fornito certezze, nelle sue risposte ci sarebbero tanti «non ricordo, non mi ricordo e non posso ricordare tutto». Ma nella deposizione emergono anche elementi ritenuti utili per le indagini: ecco perché il verbale è stato secretato. I magistrati vogliono vederci chiaro su almeno due punti: Cosima ha detto che quel giorno il marito era nei campi poco distante da casa per raccogliere fagiolini, quando invece era nel garage; e poi ancora: nel suo racconto ci sarebbero dei vuoti sui dieci minuti che passano tra l’arrivo di Sabrina e l’amica Mariangela in via Deledda e il momento in cui madre e figlia escono per le prime ricerche. Insomma, ci sono ancora lati oscuri in questo dramma senza fine. E per questa ragione i carabinieri stanno esaminando tutte le deposizioni raccolte, comprese quelle degli amici di Sabrina.
La madre di Sara rimane barricata nell’abitazione di vico Verdi: «Più di qualcuno sa: la vera verità la sa chi ha ucciso Sarah, loro sanno quello che hanno fatto. Se lo vogliono si saprà tutto». La cugina Sabrina ora in carcere, dice la donna, «appariva credibile», ma «ora ho i miei dubbi», e chiede a Sabrina di avere «il coraggio di dire la verità». Ora gli inquirenti sono convinti che la cugina abbia mentito e abbia teso una trappola a Sara invitandola al mare. Ma non è tutto. I carabinieri avrebbero anche interrogato un uomo al quale Michele avrebbe telefonato chiedendo aiuto ma ricevendo un secco rifiuto.
In queste ore le voci si mescolano alle indiscrezioni e si rincorrono tra il palazzo di giustizia di Taranto e Avetrana, quaranta chilometri di dubbi e misteri che si accavallano soprattutto adesso, dopo la sesta confessione dello zio-assassino. E Sabrina, attraverso le sbarre della cella del carcere di Taranto, urla la sua innocenza. «Non c’entro, voglio uscire, aiutatemi», ripete. Ieri ha ricevuto la visita della madre e della sorella, Valentina, che hanno avuto il permesso di incontrarla per una ventina di minuti. Oggi il gip del tribunale di Taranto, Martino Rosati, che ha convalidato il fermo, depositerà la sua decisione sulla richiesta di custodia cautelare avanzata dalla procura. Contro Sabrina ci sono le dichiarazioni di Mariangela ma soprattutto le rivelazioni del padre, che però ha annunciato di voler cambiare ancora una volta versione sostenendo di non aver abusato del corpo senza vita della quindicenne. Un atteggiamento che potrebbe però minare la sua credibilità e avere quindi un effetto cascata su alcuni punti fermi dell’inchiesta, in particolare quelli che riguardano il ruolo di Sabrina. L’agricoltore sarà interrogato nei prossimi giorni.

«Eventuali nuove dichiarazioni possono cambiare tutto nella ricostruzione della vicenda», dice il suo avvocato, Daniele Galoppa, non escludendo novità anche sul movente dell’omicidio. Il legale per il momento dice comunque no al confronto tra padre e figlia: «Sarebbe inopportuno, lui ha bisogno di stare tranquillo».

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