Sono due giovani fratelli nomadi, già sgomberati dal campo di via Monte Bisbino, il guidatore e il passeggero della Bmw 320 D che giovedì allalba ha travolto e ucciso il 27enne milanese Pietro Mazzara che viaggiava su una Citroën C3, allangolo tra via Arsia e via Cogne, a Quarto Oggiaro. Gli investigatori della polizia dellUpg (Ufficio prevenzione generale) e quelli del commissariato Quarto Oggiaro, che stanno lavorando insieme, ormai non hanno dubbi sulla loro identità e, in attesa delle misure cautelari che verranno emesse a breve dalla Procura, li stanno cercando ovunque senza lasciare nulla di intentato. La lista di precedenti che i due hanno alle spalle fa pensare però che la coppia di delinquenti abbia più di un campo nomade «amico» disposto a ospitarli e a coprirli. Quindi la loro cattura non si prospetta facile.
La coppia è stata individuata grazie a una serie di testimonianze, tra le quali quelle dei famigliari dei loro complici minorenni - uno slavo 17enne e un marocchino di 16 anni - che li hanno riconosciuti e indicati da un album di foto segnaletiche. Determinante è stata la pressione fatta dagli investigatori sul campo di via Negrotto - estraneo alla vicenda se non per essere il luogo di residenza del giovanissimo slavo - e sulle zone limitrofe al campo.
Intanto, dopo lautopsia, si attende di sapere quando il cadavere di Mazzara verrà riconsegnato alla sua famiglia che a quel punto potrà celebrare il funerale. Secondo le prime informazioni sembra che la cerimonia funebre si terrà alla Comasina, nella parrocchia di San Bernardo.
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