New Haven - E' un tecnico di laboratorio di 24 anni l'uomo accusato dell'omicidio della studentessa scomparsa l'8 settembre scorso a Yale. Raymond Clark III, 24 anni, di Middletown (Connecticut), dipendente dell’università di Yale per eseguire test sugli animali, è sospettato di aver ucciso la studentessa di origini vietnamite Anne Marie Le il cui corpo fu trovato cinque giorni dopo, nascosto in un’intercapedine del laboratorio dell’università. Il medico legale ha accertato che è stata strangolata.
L'arresto La polizia di New Haven, in Connecticut, ha formalmente proceduto all’arresto di Clark, dopo aver verificato che il suo dna combacia pefettamente con quello ottenuto dalle oltre 150 tracce trovate sulla scena del delitto.
Il movente Secondo quanto riportano i media americani si sarebbe trattato di un raptus di violenza. La ragazza infatti è stata strangolata a mani nude. Dopo circa dieci giorni d’indagine si chiude così un giallo che ha messo sotto shock la prestigiosa università di Yale, una delle più famose degli Stati Uniti.
L'accusato nega tutto Il giovane Clark non ha confessato, ha continuato a negare ogni evidenza, ma le prove a suo carico raccolte sono tali che la polizia non ha più dubbi. Per questo, sulla base degli elementi di prova raccolti, ha chiesto e ottenuto il suo arresto: il giovane è stato arrestato presso un motel, nel quale si era trasferito dopo che nell’ambito dell’inchiesta era trapelato il suo nome. La polizia è risalita a lui perché il ragazzo si è lasciato dietro un numero incredibile di tracce.
Accertamenti Non solo sono stati trovati nascosti nel laboratorio dei vestiti sporchi di sangue "che non appartengono a Marie Le", ma gli investigatori hanno potuto risalire a tutti gli spostamenti fatti quel giorno dal tecnico seguendo le tracce lasciate dalla sua tessera magnetica. La tessera era utilizzata da un numero limitato di persone che hanno accesso all’edificio, compresa Anne Marie Le. Si è così potuto accertare - seguendo i tabulati del computer - che la studentessa è entrata nel laboratorio alle 10 del mattino dell’8 settembre; che anche Clark in quei minuti è entrato in quella stanza; che in seguito quel giorno è stato in diverse altre stanze che non era solito frequentare, compresa quella in cui è stato nascosto il corpo della ragazza.
Il dna La prova finale, che ha fatto scattare l’arresto, è stata quella del dna: la polizia ha prima ottenuto il permesso di
prelevare dal giovane capelli, saliva e pezzi di unghie, per eseguire il test; poi ha paragonato il risultato con quello ottenuto dalle tracce lasciate dall’assassino sul luogo del delitto. Combaciavano perfettamente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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