Roma - «La questione relativa alla norma inserita nella legge di conversione del decreto n.181, e votata dal
Senato in una dizione che contiene oltretutto riferimenti erronei, merita da parte mia, per la prerogativa
attribuitami dalla Costituzione di promulgazione delle leggi, un esame attento e rigoroso, che certamente
non mancherà». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, scrive al capogruppo di
An al Senato, Altero Matteoli, è dà un autorevole altolà alla norma sull'omofobia inserita a sopresa nel decreto sulla sicurezza. Matteoli ha diffuso il testo della lettera, in risposta all’iniziativa degli altri
capigruppo dell’opposizione e ai senatori Pera e Mantovano sulla norma contestata dalla Cdl e dai teodem della maggioranza.
«Apprezziamo la pronta risposta del Presidente della Repubblica. Non avevamo dubbi - prosegue
Matteoli - che Napolitano si avvarrà delle sue prerogative costituzionali.
Averci ulteriormente assicurato un esame attento e rigoroso della legge di conversione del decreto
legge sulla sicurezza, che contiene una norma estranea al provvedimento e riferimenti erronei, è
apprezzabile e ne diamo volentieri atto al Presidente». Con la loro lettera aperta, gli esponenti del
centrodestra sottolineavano al Capo dello Stato «le criticità contenute nel decreto legge sulla sicurezza
e al contempo gli chiedevano di assicurare un’approvazione rispettosa della Costituzione». È a questa
iniziativa che fa riferimento Napolitano nella risposta, spiegando di aver letto «appena rientrato dagli Stati
Uniti, la lettera (peraltro aperta) indirizzatami da lei e da altri capigruppo e senatori della opposizione, e
recapitatami ieri (13 dicembre 2007 ndr)», ringraziando «per gli argomenti che ha voluto sottoporre alla
mia attenzione».
L'Unione: nessuna modifica Nessuna modifica al decreto legge sulle espulsioni, che domani affronterà la prova dell’Aula alla Camera. È questo l’orientamento che prevale nella maggioranza: durante la riunione congiunta delle commissione Affari Costituzionali e Giustizia sarebbe emersa, infatti, la decisione di non modificare la norma anti-omofobia, che contiene riferimenti erronei, ma di sottoporre il decreto espulsioni così com’è all’Aula. La parola passerebbe quindi direttamente al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, cheha assicurato comunque un controllo «attento e rigoroso» da parte sua del dl prima di firmarlo. Se Napolitano non lo firmasse, il provvedimento non sarebbe mai promulgato e non diverrebbe legge.
Schifani: il Colle ci rassicura «Apprezziamo le parole del Capo dello Stato che dimostra, come sempre, significativa attenzione al corretto funzionamento delle istituzioni e del Parlamento. Il suo richiamo ai riferimenti erronei contenuti nel decreto legge, infruttuosamente segnalati in Aula dal senatore Pera prima del voto finale del testo, nonchè la garanzia di un esame attento e rigoroso della vicenda, ci rassicurano profondamente ed imporrebbero al governo un procedere più rispettoso delle regole di corretta legislazione». Lo dice il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani.
La Lega: il governo mette in difficoltà anche il Presidente «È evidente che il decreto sulla sicurezza è sbagliato ed ha profili di incostituzionalità, e in quanto tale non può essere promulgato. Ma il governo non lo cambia per problemi di equilibri nella sua maggioranza, per mantenere pesi e contrappesi, per rispondere a ricatti e ricattini».
Lo afferma in una nota Roberto Cota, vice capogruppo della Lega Nord alla Camera spiegando che «così facendo si mette in grande difficoltà persino il Presidente della Repubblica, difficoltà che evidentemente traspare anche dalle dichiarazioni di oggi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.