da Roma
Lo attaccano. Lo attaccano frontalmente sul tema caldo dei Pacs. Nessun sconto al segretario di Prc Fausto Bertinotti, da parte delle associazioni gay-lesbiche-trans-bisex. Un fuoco di fila che lo fa sbottare: «Ho partecipato a diverse riunioni animate, dove il dissenso era evidente, ma in nessuna è mai mancato il rispetto della persona». Bertinotti è visibilmente infastidito per i toni assunti dal confronto organizzato con l'associazione Gltb (gay-lesbiche-trans-bisex).
Un appuntamento che in agenda doveva portare ad un confronto tra le esigenze del movimento omosessuale e le proposte Rifondazione, ma che per qualcuno degli esponenti del mondo gay si è trasformato nell'occasione per attaccare il leader di Rifondazione.
Ce nè anche per Vladimir Luxuria, per alcuni icona dellemancipazione omosessuale. Ma qui viene definita «falsa». «Pensi solo ai tuoi interessi - gli urlano dalla platea - per ogni manifestazione in cui hai partecipato hai chiesto sempre un compenso economico». E dopo Luxuria, tocca a Bertinotti e alla politica di Rifondazione in difesa dei diritti degli omosessuali. «Fausto, hai accettato il compromesso sui Pacs», è il rimprovero più comune, mentre Imma Battaglia, esponente di Gay project, attacca: «Siamo delusi dal Prc perché non si può perdere la dignità delle grandi battaglie».
Sforando i canonici cinque minuti concessi ad ogni interlocutore, Battaglia ne approfitta per chiedere ironica: «Vorrei sapere se per Rifondazione i nostri diritti vengono dopo la Tav, le fabbriche e la vittoria contro Berlusconi. Mi viene da chiedere: dove eravate quando si parlava di Pacs?». Battaglia attacca il Prc e strizza locchio invece ad Emma Bonino, elogiata perché «ha avuto il coraggio di sbattere la porta».
Oltre a posizioni così intransigenti, c'è anche chi, come l'Arcigay, «prende le distanze dai partiti e promette di appoggiare singolarmente i candidati che vengono direttamente dal movimento, e cioè Franco Grillini, Titti de Simone e Vladimir Luxuria». Sostegno ai singoli, ma non ai partiti, uno su tutti la Margherita di Rutelli definita dai presenti «il partito della Cei». «La Margherita va punita - attaccano - e se alla Camera ci andranno di mezzo anche i Ds, non possiamo farci niente...».
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