E a noi pendolari chi ci pensa? Allidea che da lunedì prossimo sui treni e sui mezzi pubblici ci saranno 300mila persone in più, non so se mi viene da ridere o da piangere. Ma sì, tanto la vita delle sardine sui vagoni la facciamo noi, mica lei, caro sindaco. Sarà una situazione invivibile, lo hanno detto anche i responsabili di Trenord e Atm: non ci sono mezzi sufficienti per tutti, soprattutto nelle ore di punta. E poi ci sono quelli come me, costretti a venire a Milano in auto ogni giorno. Non per capriccio o per eccesso di comodità. No. Ma per gli orari di lavoro anomali. Finisco di lavorare alle 21 e a quellora il metrò in centro passa con meno frequenza. Per di più i treni dalla stazione di Cadorna sono un po più lenti di quelli del pomeriggio. In media ci impiegano unora e mezza per coprire un tragitto da 40-45 minuti. Se parti alle 22.13, linea Varese, arrivi a casa quasi a mezzanotte, un po eccessivo.
Per carità, con qualche sacrificio, tutto si può fare. Ma mi chiedo perché devo rinunciare alla mia qualità di vita e a trascorrere un po di tempo a casa mia in nome di un provvedimento del genere che, tra laltro, è assolutamente inutile a ridurre lo smog. Qualche collega mi ha semplicemente risposto: «Vieni a vivere a Milano. È una scelta tua vivere a 40 chilometri dallufficio». Facile a dirsi, ma la mia famiglia è là e non vedo perché io debba ribaltare la mia vita per volere di Pisapia e compagni. A cui non importa nulla di come ognuno di noi si arrangerà per arrabattarsi tra le nuove regole. Insomma, non mi piace passare per quella che a tutti i costi vuole utilizzare lauto (tra laltro ho unEuro 4 con filtro e non inquino certo come un vecchio diesel). Ma che qualcuno mi suggerisca una soluzione. Di sicuro, caro Pisapia, oltre mille euro allanno non te li do, non è giusto.
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