New York - È stata l’Italia a chiedere la sospensione immediata, nella serata di ieri, della riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu al Palazzo di Vetro dedicata al Medio Oriente. La richiesta dell’ambasciatore italiano, Marcello Spatafora, è arrivata dopo che il rappresentante della Libia, Giadalla Ettalhi, aveva paragonato i campi profughi palestinesi di Gaza ai campi di concentramento nazisti. Lo hanno indicato fonti diplomatiche italiane.
L'incidente diplomatico Scontro al Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla situazione nella Striscia di Gaza: il rappresentante della Libia ha paragonato la regione palestinese a un campo di concentramento nazista, un’accusa a Israele che ha spunto gli ambasciatori di alcuni Paesi occidentali ad abbandonare la riunione. Secondo la ricostruzione fornita da un diplomatico presente in Consiglio, ieri sera l’ambasciatore libico Giadalla Ettalhi aveva "paragonato la situazione a Gaza a quella in un campo di concentramento" nazista durante la Seconda guerra mondiale. Queste parole avrebbero suscitato l’indignazione di Jean-Maurice Ripert, il rappresentante francese. Insieme con gli ambasciatori di alcuni altri Paesi occidentali, il diplomatico ha quindi abbandonato la riunione.
Dall’autunno scorso, tra i Paesi rappresentati nel Consiglio di sicurezza c’è anche l’Italia. Da giugno sotto il controllo di Hamas, un movimento radicale definito "terroristico" da Israele, la Striscia di Gaza è stata di recente teatro di un’offensiva di Tsahal costata la vita a oltre 120 palestinesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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