Il successo delloperazione Opel-Magna-Sberbank è legato alla tenuta delleconomia russa. Se la situazione peggiorasse - e i segnali vanno in questa direzione - il matrimonio diventerebbe irrealizzabile e Opel si troverebbe di nuovo sul mercato. A Mosca la situazione è seria: leconomia si è contratta del 10,2% tra gennaio e maggio, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e persino il colosso del gas Gazprom si è visto costretto a rinviare i progetti di nuove produzioni.
La stessa Banca mondiale ha fatto sapere che la recessione delleconomia avrà un impatto più grave del previsto sulleconomia e sul settore sociale in Russia. Preoccupato è in particolare lex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, socio in affari proprio di Gazprom, le cui pressioni su Berlino sono state determinanti nel far pendere il piatto della bilancia verso la cordata anti-Fiat: Magna con la banca russa Sberbank e il colosso industriale Gaz del magnate Oleg Deripaska, pure in difficoltà. Opel, da quanto è emerso ieri, brucia ogni giorno tra 5 e 6 milioni di euro, circa il triplo rispetto ai 2 milioni di poco tempo fa. A questi ritmi, dicono in Germania, il prestito-ponte di 1,5 miliardi concesso dallo Stato federale e dai quattro Länder che ospitano le fabbriche della casa automobilistica, è destinato a esaurirsi in pochi mesi.
Ma il futuro della cordata Opel-Magna dipende anche dalle intenzioni di Sberbank che, alla luce del peggioramento della crisi, potrebbe anticipare luscita di scena, sulla quale lamministratore delegato German Gref ha già messo le mani avanti. Finora, comunque, dal forziere della banca di Mosca non è uscito ancora un euro, nonostante gli impegni presi con il governo di Berlino. A questo punto non è tanto la notizia che il fondo Ripplewood e i cinesi di Baic stanno svolgendo la due diligence sui conti di Opel («è il modo - dice una fonte - per tenere alta la posta e prendere ancora tempo sulla sigla finale della cessione»), ma è dalle conseguenze della crisi che sta attanagliando il Paese di Vladimir Putin che dipende la sorte della cordata Opel-Magna. Baic e Ripplewood, comunque, dovrebbero presentare nuove offerte per Opel entro la metà del prossimo mese.
Fiat, come probabilmente ribadirà anche oggi Sergio Marchionne, il quale farà il punto sul mondo dellauto in un convegno a Venezia, resta in attesa di eventi. Certo è, come ha spiegato la stessa fonte al Giornale, che «il progetto di scorporo di Fiat Auto resta ancorato a uneventuale futura fusione, sul tipo di quella architettata per Opel. La graduale acquisizione in corso di Chrysler non prevede il ricorso allo spin-off». Imminente per il Lingotto, invece, sarebbe lemissione di un bond triennale da un miliardo di euro, approfittando del momento positivo del mercato, con Intesa Sanpaolo, Unicredit e Calyon possibili collocatori. È una riserva di liquidità che Fiat potrebbe utilizzare nel momento in cui si presentasse una nuova opportunità per costituire il mega-gruppo da 6 milioni di vetture. Negli Stati Uniti, intanto, il Tesoro ha autorizzato nuovi finanziamenti-ponte per General Motors, casa madre di Opel, pari a 33 miliardi di dollari.
Qualcosa torna a muoversi infine tra i costruttori in Europa: Volkswagen avrebbe messo nel mirino il 10% (una volta in mano a Gm) di Suzuki per sviluppare micro-automobili.
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