Un altro nome, ancora politico nel registro degli indagati per lincendio al campo rom di Opera. Dopo Alberto Pino Pozzoli, di Alleanza Nazionale, e il leghista Ettore Fusco, nellinchiesta finisce anche Vittorio Calvi, esponente di Forza Italia e capogruppo del Polo in consiglio comunale, oltre che membro della commissione affari costituzionali e della commissione educazione, cultura, sport e tempo libero, pari opportunità e partecipazione. Ieri mattina gli uomini del nucleo informativo dei carabinieri hanno perquisito la sua abitazione, e sequestrato due computer. Lipotesi di reato a carico di Calvi è di concorso in danneggiamento aggravato e in invasione di terreni ed edifici.
Al centro della perquisizione risulta essere un filmato girato con un telefonino, nel quale sarebbe ripreso lincendio del campo allestito dalla protezione civile in via Marcora per accogliere i 67 rom sgomberati da via Ripamonti, e dato alle fiamme lo scorso 21 dicembre. Un video «transitato» sul computer di Calvi, che però nega ogni responsabilità a riguardo. Gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Laura Barbaini, dovranno ora accertare se quel filmato sia stato realizzato con il cellulare dellesponente forzista, o sia stato scaricato da internet solo in un secondo momento. Oppure, come sostiene lo stesso Calvi, se qualcuno abbia illecitamente utilizzato laccount del consigliere forzista per mettere in rete il video.
Con liscrizione di Calvi, quindi, sale a sedici il numero delle persone finora indagate per il rogo di Opera. Oltre agli abitanti del comune dellhinterland milanese - tra i quali anche il figlio di un esponente dellUnione - le posizioni di «spicco» riguardano proprio Pozzoli e Fusco (entrambi consiglieri di minoranza, il primo anche membro della commissione educazione, cultura e sport del Comune), per i quali laccusa è di istigazione a delinquere. Diverse, invece, le accuse contestate al capogruppo del Polo in consiglio comunale, il cui ruolo nella vicenda sembra al momento più defilato. La sua appare uniscrizione «tecnica» nel registro degli indagati, ossia un atto necessario agli inquirenti per acquisire eventuali elementi di prova utili allinchiesta, comunque ancora tutti da accertare. Per questo, fonti investigative definiscono lo stato dellinchiesta «passibile di sviluppi».
Le indagini del nucleo informativo, in effetti, sono tuttaltro che concluse. Dopo aver raccolto testimonianze, incrociato dichiarazioni, completata la perizia sulle taniche di benzina rinvenute nelle ore successive allincendio a pochi passi da quel che restava dellinsediamento, e dopo aver consegnato al magistrato un primo elenco di presunti responsabili dellincendio, il lavoro dei militari si sta concentrando sullanalisi dei materiali recentemente acquisiti.
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