MilanoLa Procura di Milano chiede di processare per omicidio colposo plurimo dieci dirigenti della Pirelli, considerati a vario titolo responsabili della catena di morti per tumore avvenuti nello storico stabilimento di viale Sarca del colosso chimico. Ieri mattina il pubblico ministero Maurizio Ascione - che ha raccolto listruttoria realizzata dal suo collega Giulio Benedetti - ha illustrato in udienza preliminare la complessa ricostruzione storica e giuridica scaturita dalla prima relazione dellAsl milanese, che nel 2009 evidenziò il picco di tumori - principalmente mesotelioma - registrati nella fabbrica della Pirelli.
Una serie di nuove perizie hanno portato la Procura a modificare il capo di imputazione, escludendo alcuni decessi dallelenco ma inserendovene altri accertati solo in un secondo momento. Complessivamente Ascione chiede che si vada a processo per ventuno episodi: una quindicina relativi alla morte di altrettanti operai, il resto (con laccusa di lesioni personali gravissime) riguarda «tute bianche» che hanno comunque dovuto fare i conti con le devastanti terapie antitumorali. Tutto è collegato alla presenza dellamianto nei reparti Pirelli della vecchia fabbrica, smantellata negli anni scorsi per fare spazio a un multisala e ad insediamenti residenziali. Si tratta, dunque, di drammi risalenti addietro nel tempo, tanto che le accuse di violazione delle norme antinfortunistiche sono già quasi tutte prescritte.
Tra gli imputati il principale è Gianfranco Bellingeri, amministratore delegato della Pirelli negli anni Ottanta: «Da quando il talco damianto è stato inserito tra le sostanze da bandire - aveva sostenuto Bellingeri in una intervista - noi abbiamo cessato di utilizzarlo».
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