«Un’operazione senza bisturi Così salviamo i bimbi nell’utero»

Salva la vita e corregge malformazioni che potrebbero essere letali: al policlinico San Matteo entra in funzione la chirurgia fetale e neonatale che permette di intervenire su diverse malformazioni, alcune delle quali molto gravi, come per esempio un polmone che non funziona o un difetto cardiaco che porta alla morte. Questa possibilità offre alle famiglie una alternativa reale all’interruzione di gravidanza. In Italia ancora non c’è un registro delle malformazioni e dunque non esistono dati ufficiali ma secondo gli specialisti oggi è possibile intervenire tra il 2 e il 5 per cento dei casi diagnosticati. La gran parte riguarda la gestazione tra la 18esima e la 21esima settimana. Le possibilità terapeutiche sono: o un intervento sull’utero entro il sesto mese di gravidanza o tra la 26esima e la 28esima settimana di gestazione. Esistono invece altre malformazioni che si possono curare anticipando il parto entro le 34 settimane di gestazione.
A operare un feto inferiore alle 24 settimane, il più piccolo del mondo, è stata Gloria Pelizzo, esperta di chirurgia fetale, direttore di chirurgia pediatrica del Policlinico San Matteo.

L’intervento ha corretto la spina dorsale bifida del feto che avrebbe comportato l’impossibilità di camminare, disturbi neurologici e incontinenza. «Adesso stiamo studiando come intervenire senza eseguire tagli - spiega la dottoressa-. L’obiettivo è limitare al massimo l’interruzione di gravidanza per la gestazione in corso e quelle future».

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