Opere d’arte per imparare a salire

Mario Stuffer non è uno scultore molto noto. Dalla natìa Val Gardena, dove venne al mondo nel 1934, ad Aosta dove morì precocemente nel 1998, visse scolpendo secondo l’onorata tradizione della sua valle. Ma l’opera in assoluto più emozionante che conclude la mostra «Verso l’alto», aperta fino al 30 agosto nel cupo e grandioso forte valdostano di Bard, è proprio un suo crocefisso di legno di cirmolo corroso dalle intemperie (è stato issato per anni su una cima). Arcuandosi in una estrema tensione, il corpo scarnificato esprime insieme la disperazione dell’uomo che muore e la sua volontà di alzarsi, di staccarsi dal mondo. Verso il divino. Verso l’alto.
Come tutte quelle del Forte di Bard (che ospita il Museo delle Alpi), la rassegna di questa estate non è grandiosa né particolarmente scenografica. Scarsa concessione agli effetti e invito alla riflessione. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, Antonio Tarzia, direttore della rivista Jesus, Sante Bagnoli presidente della Jaca Book, il celebre alpinista-fotografo Abele Blanc e l’antropologo Julien Ries, curatori della rassegna, affrontano la montagna come ascesa e l’ascesa come esperienza del sacro.
In tempi di rumorose gite al sacco e polentate in baita, le immagini della mostra e gli scritti che le accompagnano invitano ad avvicinarsi in silenzio alle altitudini. La montagna - dal Sinai all’Athos dal Golgota ai Sacri Monti - è un’esperienza interiore. È l’axis mundi della cultura atzeca, l’asse che unisce le regioni cosmiche cielo-terra-inferi. È il luogo testamentario dell’incontro fra l’uomo e Dio. È il Kailà-sa, la montagna sacra del Tibet, vertiginosa piramide di settemila metri, considerata dagli induisti come un grande tempio.


Dipinti, vasi, sculture, tessuti antichi usciti dai celebri musei di arte asiatica di Parigi (il Guimet e il Cernuschi) si uniscono ai fondi oro, alle icone del Volga, ai quadri di Chagall e ai dipinti di Congdon e Vedova. La montagna: il legame fra la terra e il cielo, il luogo dove l’anima, nell’infinito silenzio, può incontrare Dio. Spegnete il cellulare, per favore.

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