Giulio Ballio, rettore del Politecnico di Milano. É importante dotare la città di un nuovo piano regolatore?
«Non è solo urgente, ma è indispensabile. Perché soprattutto in un momento di crisi internazionale, o Milano è in grado di rilanciarsi come una grande metropoli europea o rischia di regredire, deve avere questa paura in testa per fare la scelta giusta».
Quali sono gli aspetti che la convincono?
«Il Pgt mi sembra basato su linee intelligenti, in grado di perseguire laccoglienza, creare residenze per le fasce deboli, favorire linsediamento di centri per la ricerca e linnovazione».
Oggi però stare a Milano costa caro, ne sa qualcosa visto che rappresenta il mondo universitario e le proteste dei ragazzi sono continue. In futuro la situazione potrebbe cambiare?
«I nostri atenei oggi sono frequentati per il trenta per cento da studenti che arrivano da altre regioni. E le statistiche ci dicono che il dieci per cento, una volta laureato, va a lavorare allestero, è una perdita secca per la nostra città. Non è un problema solo di costi ma di offerta del lavoro».
E come si collega al Pgt?
«Il piano favorisce linsediamento di imprese, cioè luoghi di lavoro per i nostri giovani (e non solo per loro ovviamente).
I dubbi li hanno anche i politici. Il Pgt viene rinviato da un anno e mezzo.
«E spero che non si aspetti oltre, è in gioco il futuro della città, senza questo strumento rischia di essere marginalizzata».
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