Ora gli americani fanno la corte a Telecom

L’investitore: «È una società bellissima». Possibile un interesse anche per Enel

Marcello Zacché

da Milano

«Telecom è una società bellissima». Chi l’ha detto? La risposta a questo vecchio format di quiz sembrerebbe facile: Telecom o Pirelli, che è il suo maggior azionista. Invece no. A sbilanciarsi verso la società italiana è stato il presidente di Blackstone, uno dei maggiori fondi di private equity del mondo. «Siamo interessati a Telecom e Tim» ha detto ieri Tony James all’agenzia Radiocor. Accennando inoltre a un possibile interesse anche per gli asset che Enel potrebbe cedere per ottemperare agli obblighi antitrust nel campo della generazione elettrica. Ma su Telecom è stato ben più preciso, aggiungendo che «non dobbiamo comprare per forza il 100%. Possiamo pure comprare una quota di minoranza. Ma non ci compriamo Telecom senza un importante partner italiano. Se gli azionisti sono disposti a vendere, noi siamo interessati». Immediata la reazione del mercato. Il titolo Telecom è salito oltre il 3%, chiudendo a 2,37 con un balzo limitato allo 0,2%, ma con volumi oltre il 2% del capitale.
Segno che la Borsa ha letto con interesse la dichiarazione di Blackstone. Anche perché tale apertura verso Telecom fa il paio con la disponibilità ad accogliere nuovi soci espressa pochi giorni fa da Tronchetti Provera, presidente di Pirelli e Olimpia, la holding controllata all’80% dalla Bicocca, che detiene il pacchetto di maggioranza relativa del gruppo di tlc. A condizione che il prezzo sia giusto, naturalmente, e cioè riconosca un premio di maggioranza. Allo stato attuale non risultano contatti tra Pirelli e Blackstone. In ogni caso il contesto della questione sembra chiaro: se Blackstone è interessato alla partita Telecom deve passare da Olimpia, che di Telecom ha il 18%, ma che attraverso il patto di consultazione con Mediobanca e Generali e altre quote riconducibili a Pirelli, sfiora il 27-28%.
Le mosse attuate da Tronchetti, tra cui la costituzione del patto, hanno reso ben difficile una scalata. Mentre Pirelli, salita all’80% di Olimpia dopo l’uscita dei soci bancari e di Hopa, può disporre di un cuscinetto del 29% da collocare senza perdere la presa sul 51%, cioè la maggioranza assoluta. E, infine, il prezzo di carico della partecipazione in Telecom non è più oltre l’improponibile soglia dei 4 euro: la recente svalutazione lo ha portato a quota 3, vale a dire poco più del 13% in più del prezzo obiettivo medio degli analisti, intorno ai 2,6 euro. In altri termini, applicando alla valutazione prospettica del titolo un medio premio di maggioranza, si potrebbero pure superare i 3 euro. Basta pensare che Telecom vanta un margine operativo lordo 2006 di 13,2 miliardi che, ai multipli correnti di settore (8-9 volte), porta il valore del gruppo (al netto del debito di 40 miliardi) a quota 70 miliardi, ben oltre i 44 della capitalizzazione di ieri.

In questo senso per un gruppo come Blackstone, che ha appena acquistato il fondo Equity Office Properties Trust per 36 miliardi di dollari, un investimento nel 29% di Olimpia a un costo nell’ordine di 1,5 miliardi di euro potrebbe rappresentare una scommessa del tutto accettabile.

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