«Ora Burlando chieda scusa ai partigiani e a tutti i liguri»

(...) un insulto per chi ha combattuto la Resistenza - commenta Cancellieri -, mi sforzo di capire il motivo per cui hanno fatto una cosa del genere ma proprio non ce la faccio. Mi auguro che qualcuno ci dia delle risposte». Non si da pace Cancellieri, pensa che un manifesto del genere stia danneggiando l’immagine di chi ha combattuto come partigiano: «perché è intollerabile che al giorno d’oggi si voglia far passare il messaggio che la guerra di Liberazione l’abbiano fatta lanciando i coriandoli - attacca duro -. La guerra l’hanno fatta con le armi, usando la violenza perché fascisti e nazisti l’hanno dovuti mandare via a calci in culo. Basta leggere i nomi delle nostre vie: i caduti per la libertà hanno combattuto».
Così non va, lo racconta uno che sin da bambino ha passato il suo tempo alla sezione Anpi «Germano Iori» di Rivarolo a sentire raccontare le storie di donne e uomini che hanno lottato in Valpolcevera: «La Resistenza non l’ho combattuta per ragioni anagrafiche, ma me la sento addosso come se l’avessi vissuta sulla mia pelle ecco perché sono infastidito da questa storia - prosegue -, comincio a pensare che chi ha fatto una cosa del genere non abbia nel suo dna i valori della Resistenza. Non vorrei che dietro a tutto questo ci fossero anche dei ragionamenti politici fatti dal presidente della Regione».
Alcuni l’hanno vista come una manipolazione della storia, come lo storico Dino Cofrancesco che si è spinto a dire che solo nei regimi totalitari si ha la necessità di «taroccare» i manifesti, ma per l’esponente dell’Anpi non c’è nessuna manipolazione, «condivido però il passaggio sui totalitarisimi: è un plagio che non va assolutamente bene». Guarda le foto cerchiate di rosso che evidenziano la bomba a mano e la pistola e scuote la testa «Ma io dico, non potevano mettere la solita foto di via XX Settembre carica di gente in festa? Hanno scelto una scena più “intellettuale”. Bene, d’accordo, ma se lasciavano le armi cosa sarebbe cambiato?». Ha una proposta da riservare alla Regione, «adesso basta con questi manifesti che non servono a nulla.

I soldi spesi per i cartelloni come per alcune cerimonie dovrebbero essere impiegati per finanziare attività sportive o ludiche dedicate ai giovani con premi intestati a partigiani di cui poter insegnare la storia». Ma adesso cosa deve fare Claudio Burlando? «Chiedere scusa all’Anpi e a tutti i liguri».

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