nostro inviato a Berlino
Elefanti battono supermodelle 12-0, un gol per ognuno dei mesi dellanno. Il derby tra la bellezza della natura e la bellezza femminile si gioca sul campo patinato del calendario Pirelli 2009. Clamoroso il risultato: vincono le forme tondeggianti dei pachidermi, surclassando le pur apprezzabili curve delle top da copertina. «In questa edizione - spiega da Berlino Marco Tronchetti Provera - protagonista è lhabitat africano nella sua forma più selvaggia e incontaminata; il simbolo di un ecosistema che reagisce agli errori delluomo, distruttore del proprio territorio. Ma se ci impegneremo, il nostro pianeta si salverà». Parola di industriale con lanima verde, oltre che nerazzurra. La svolta ecologista del calendario Pirelli ha spiazzato, ma, alla fine, è piaciuta a tutti. A cominciare dal collezionista italiano, unico al mondo, ad avere tutti i calendario Pirelli dal 1964 ad oggi: «Il fotografo Peter Beard ha fatto davvero un lavoro eccellente - spiega al Giornale Vittorio Gerri, pirellologo ufficiale di un oggetto entrato ormai nel mito -. Il segreto di tanto successo? Una straordinaria operazione di marketing. Con un investimento iniziale di 2 milioni di dollari, il ritorno dimmagine è paragonabile a una campagna da oltre cento milioni. Per questo lo studiano alluniversità».
Il «Pirelli» 2009 è stato presentato ieri nei saloni dellantica stazione ferroviaria berlinese che a fine Ottocento collegava la capitale con Dresda, Vienna e Praga. La cornice del 36° «The Cal» sono i paesaggi del Botswana, dove nel maggio scorso Beard ha immortalato per dieci giorni sette modelli di fama internazionale, tra cui litaliana Mariacarla Boscono. Beard, che ha vissuto in Kenia per 30 anni, è uno dei più grandi interpreti mondiali del mistero e del fascino dellAfrica. Così il calendario Pirelli si sposta in uno dei pochi luoghi dellAfrica ancora incontaminati e selvaggi, non tormentati dalle guerre e con la più alta concentrazione di animali. Locchio di Peter Beard ha scelto una terra autentica e ancestrale, che nasce dalla contrapposizione tra due mondi diversi: loasi acquatica del delta dellOkavango e la distesa arida e sabbiosa del deserto del Kalahari. «Un luogo - racconta Beard - che nel tempo non ha subito lo sfruttamento del territorio né limpoverimento delle risorse, nel quale ho voluto rappresentare la natura come entità metafisica sempre in movimento, fonte dinfinita creatività, entro i cui ritmi e le cui leggi ogni cosa deve avere inizio e fine».
Una natura descritta come possente e al tempo stessa ferita, che, attraverso lobiettivo di Beard, lancia un grido rabbioso e «si ribella allincapacità delluomo di coniugare lo sviluppo e la crescita con la saggezza». In questo contesto vivono faticosamente gli elefanti, veri protagonisti di questa edizione di «The Cal», ormai relegati in spazi sempre più ristretti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.