Ora Cameron riabilita la fantascienza stile Asimov

Ieri avrebbe compiuto 90 anni il divulgatore scientifico e autore di fantascienza che aveva anticipato nel 1940 la società robotizzata e stabilito le tre leggi «imperative» per gli androidi, all’inizio degli anni Cinquanta il mondo informatico e un decennio più tardi le conquiste che la medicina avrebbe realizzato negli anni Ottanta, come le mini-sonde che esplorano il corpo umano. E proprio questa ultima avventura fantastica di Isaac Asimov, nato il 2 gennaio di 90 anni fa a Petrovici, in Russia e scomparso il 6 aprile del 1992 negli Stati Uniti, sta per rivivere in un film di James Cameron. Una sorta di riabilitazione per lo scrittore il cui mondo fantastico si basava su fondamenti scientifici ed era dunque lontano anni luce dalla strada che il genere fantasy ha preso negli ultimi anni, fra la letteratura e il cinema che hanno portato in trionfo saghe come quelle dei maghetti di Harry Potter e dei vampiri di Twilight.
E ora il regista che sta sbancando i botteghini Usa con Avatar, avrebbe intenzione di produrre il remake di Viaggio allucinante. Si tratta del film diretto da Richard Fleischer nel 1966 e premiato agli Oscar l’anno successivo per la scenografia e per gli effetti speciali, in cui si raccontava appunto il viaggio di una navicella spaziale miniaturizzata all’interno del corpo umano. Nel cast trovavano posto fra gli altri Stephen Boyd (Ben-Hur, Cleopatra, La Bibbia di John Huston...) e una Raquel Welch all’esordio nel cinema.
La versione letteraria della sceneggiatura del film era stata scritta mirabilmente da Asimov, che era laureato in chimica, mentre la pellicola puntava sugli effetti speciali che nella lettura di Cameron saranno portati all’ennesima potenza dal 3D. Lo «script» sarebbe stato affidato allo sceneggiatore di Armageddon e Aliens Vs Predator 2, Shane Salerno. Stando a quanto riportato da Variety, per quanto riguarda la regia, invece, dopo una trattativa sfumata con il «catastrofista» Roland Emmerich (2012), sarebbe stato chiamato in causa il regista indiano Tarsem Singh (The Cell).
Del resto Asimov è stato tra i massimi divulgatori scientifici, ma senza dubbio anche uno degli scrittori più prolifici mai esistiti. Con quasi 500 libri al suo attivo, che spaziano dalla fantascienza alla chimica, dalla Bibbia a Shakespeare, dai miti greci all’ecologia, Asimov ha fatto sognare generazioni di appassionati di «science fiction» e ne ha trascinato altrettante nella passione per il mondo della scienza. Per sé ha ricavato alcuni milioni di dollari l’anno.
Da bambino si trasferì negli Stati Uniti con la famiglia e nel 1939 pubblicò la sua prima storia, I naufraghi di Vesta. Lo stesso anno si laureò in Chimica, disciplina che insegnò a Boston. La carriera scientifica si concluse però dieci anni dopo, quando dopo il successo del suo primo libro di fantascienza, Ciottoli nel cielo, decise di fare lo scrittore a tempo pieno. Nacquero così i romanzi dalla saga dei robot, al ciclo della Fondazione che narra di un impero galattico originato da un lontano e oscuro pianeta chiamato Terra e giunto al crollo dopo essersi espanso attraverso l’universo.
Nel 1969 Asimov pubblicò il suo centesimo libro. Nel 1989 il suo quattrocentesimo. Chiuso nell’appartamento di Manhattan, con le veneziane sempre giù per evitare distrazioni, lavorava dalle sette di mattina fino a sera, concedendosi ogni tanto una passeggiata per il centro di New York. Attento pianificatore della sua vita, Asimov aveva stabilito di diventare soprattutto «uno scrittore prolifico». Suo unico svago, i musical di Gilbert & Sullivan.


In una biografia postuma la sua seconda moglie, Janet, rivelò che era morto per l’Aids contratto in seguito a una trasfusione. Una fine paradossale per l’uomo che aveva fatto del continuo progresso della scienza il proprio orizzonte.

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