Ora dalla Cina arriva il vaccino low cost

Dalla Cina non solo prodotti di ogni genere a prezzi stracciati. Ora sbarca sul mercato mondiale anche il vaccino monodose, si chiama Panflu è prodotto dalla Sinovac Biotech e costa il 30% in meno di quello proposto dalle grandi case farmaceutiche impegnate nella produzione del vaccino pandemico. Sarà un tarocco? C’è da fidarsi? Gli esperti ci vanno con i piedi di piombo, anche se l’attenzione verso questo nuovo ritrovato è altissima. Persino l’Oms si è rallegrata. «È una buona notizia, incoraggiante. Se confermata, semplificherà le campagne di vaccinazioni, in termini di costi e di logistica e aumenterà molto il numero delle popolazioni che potranno avere accesso al vaccino» ha detto la dottoressa Marie-Paule Kieny, direttrice dell’Iniziativa dell’Oms per la ricerca.
Più dosi uguale più vaccinati in un colpo solo e quindi meno diffusione del virus. Una soluzione ottimale se si pensa che i ritmi della produzione dei vaccini è molto più lenta di quella annunciata. Kieny ha citato uno studio secondo il quale la resa di produzione dei vaccini è molto più bassa di quella annunciata: 40-50 milioni di dosi rispetto a 94 milioni di dosi previste. Dunque, una monodose raddoppierebbe la quantità a disposizione e abbatterebbe la spesa complessiva per gli Stati. Per prendere l’esempio italiano, la prima tranche di 48 milioni di vaccini servirebbe per immunizzare quasi tre quarti della popolazione e non solo 24 milioni. Anche il risparmio per lo Stato non sarebbe da sottovalutare: i costi sarebbero quasi dimezzati. Per il momento, comunque, di certo c’è solo una guerra fredda tra la casa farmaceutica cinese, Sinovac, e quella svizzera Novartis, fornitrice ufficiale dei vaccini per l’Italia assieme a Sanofi Pasteur.
In contemporanea all’annuncio cinese, infatti, è stato diramato il comunicato della svizzera Novartis, a suo modo rivoluzionario: dai risultati della prima sperimentazione su 100 volontari sani, è emerso che può bastare una sola dose per proteggere all’80% gli adulti dal virus. La seconda dose, invece aumenterebbe la copertura soltanto di un altro 10%. Ma cento volontari non sono sufficienti per promuovere una ricerca. E nonostante l’amministratore delegato Oswald Novartis abbia dichiarato che «i test sono incoraggianti» le prove continuano su altri 6.000 volontari, tra adulti e bambini. Novartis, dunque, procede a rilento rispetto alla concorrente cinese Sinovac che ha esibito la conclusione dei test clinici e l’autorizzazione per la commercializzazione dall’Autorità nazionale per gli alimenti e i farmaci di Pechino. «I test completati hanno dimostrato che il vaccino è sicuro», ha sottolineato il capo dell’autorità, Zhang Wei. E le dosi, dunque, saranno commercializzate nelle prossime settimane. La tempistica di Sinovac è stata premiata dai mercati internazionali. I suoi titoli hanno guadagnato in due settimane oltre il 60%. Ma le Borse la pensano diversamente dagli esperti. Che frenano. «Non ci sono dettagli per capire l’efficacia e la sicurezza del vaccino cinese, in ogni caso si deve stare attenti perché le politiche di sperimentazione non sono come le nostre» avverte il farmacologo Silvio Garattini.

Nella Ue i protocolli sono molto rigidi e Novartis, nonostante abbia già in produzione il vaccino, segue la sperimentazione su larga scala per evitare pericolo specialmente sulle categorie a rischio, compreso le donne incinte e i bambini.

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