«Ora Fiat guadagna 5 milioni al giorno»

Stime ambiziose per Iveco, Cnh, Marelli e Powertrain. Con Tata in Cina e Sudafrica

Pierluigi Bonora

da Milano

Nuovo sprint di Fiat, nel giorno in cui l’amministratore delegato Sergio Marchionne ha incontrato gli analisti finanziari, snocciolando i più recenti successi del gruppo che, come ha affermato lui stesso, «nel 2004, weekend inclusi, perdeva quasi 2 milioni al giorno» mentre oggi «siamo arrivati a un guadagno di 5 milioni al giorno». Il titolo ha guadagnato il 2,73% a 15,21 euro, confermando il superamento della nuova soglia psicologica dei 15 euro avvenuto nella vigilia. Intensi gli scambi, per oltre 54 milioni di pezzi, pari quasi al 5% del capitale. Ma è quella di oggi la giornata più attesa, soprattutto per le ripercussioni in Borsa. È fissato alle 8 l’appuntamento al Lingotto di Torino dove Marchionne illustrerà i piani di sviluppo di Fiat Auto e gli obiettivi del Gruppo che, riprendendo una sua recente frase, «potrebbero risultare sorprendenti».
«L’Auto - ha ricordato il top manager, vestito in modo informale con un pullover blu - ha costantemente guadagnato quote di mercato sia su quello domestico sia in Europa. Dopo la soluzione del nodo Gm ci siamo mossi velocemente per stabilire una rete di alleanze che hanno lo scopo non solo di abbassare il costo della produzione e di espandere la presenza geografica, ma anche per porre le basi di una Fiat globale».
In proposito il superconsulente della Fiat, nonché consigliere di amministrazione, Roland Berger, ha sottolineato come i pilastri della strategia del Lingotto saranno le alleanze per ridurre i costi, la focalizzazione «sui mercati emergenti che crescono più velocemente dei mercati europei (con Tata, scrive il giornale indiano Economic Times, la cooperazione con Torino potrebbe espandersi anche in Cina e Sudafrica)», l’attenzione ai «prodotti che sono abbastanza unici nella combinazione stile-performance-prezzi». Lo stesso Berger ha anche anticipato che entro il 2010 il gruppo lancerà 20 nuovi modelli.
Ieri, intanto, è toccato ai capi di Iveco (Paolo Monferino), Cnh (Harold Boyanovsky), Magneti Marelli (Eugenio Razelli) e Fiat Powertrain Technologies (Alfredo Altavilla), illustrare piani e obiettivi da raggiungere nel 2010. Chiaro il messaggio lanciato da Marchionne alla platea dove, ad ascoltarlo, erano anche il presidente dell’Ifil, Gianluigi Gabetti, e il vicepresidente della Fiat, John Elkann: presentare la squadra dei manager che dovranno gestire la «nuova Fiat», con l’intenzione di rispondere a chi lo ha descritto in questi anni come un grosso accentratore. «Ecco il nostro modo di essere gruppo e una vera squadra», ha detto l’ad agli analisti.
Ambiziose le previsioni di crescita per le quattro divisioni sulle quali, risanata l’Auto, ora si concentrerà ancora di più l’attenzione di Marchionne. Magneti Marelli conta di realizzare nel 2010 un fatturato di 6 miliardi (4,4 miliardi nel 2006). Per Powertrain si profila «un aumento significativo nei volumi totali e nei ricavi». Cnh (trattori e macchine per movimento terra), divisione presieduta dallo stesso ad della Fiat, risalirà invece «ai livelli di utili degli anni ’90». La controllata americana punta a incrementare i ricavi del 12% come media annua «attraverso l’appiattimento dell’organizzazione, l’accentramento delle responsabilità e l’ottimizzazione degli impianti». Iveco, dal canto suo, vede una redditività a due cifre nel 2010 e un margine operativo del 10,4% rispetto al 6% attesa quest’anno.


«Iveco non è sul mercato - ha ribadito Marchionne - e guarda con interesse al mercato Usa». «La Fiat - ha commentato alla fine della giornata il superconsulente Berger - non sarà più in vendita. E non lo sarà finché alla guida ci sarà questo management. I tempi bui sono lontani».
(ha collaborato Luca Pace)

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