Questa volta lEuropa si muove. E passa addirittura al contrattacco nei confronti dei pirati somali. Che per anni hanno sequestrato centinaia di navi coi loro equipaggi e hanno accumulato centinaia di milioni di dollari grazie ai riscatti pagati per la loro liberazione. Che per anni, in pratica, hanno agito indisturbati. Fino a ieri, quando i militari della forza aeronavale Ue hanno colpito Harardhere, la «Tortuga» dei pirati somali, un villaggio a circa 400 chilometri a nord di Mogadiscio. Almeno cinque imbarcazioni dei pirati sono state distrutte.
Prima dellattacco (in elicottero) la zona è stata monitorata dallalto per settimane: il comando militare ha precisato che «nessun somalo è stato ferito» e che la missione è stata condotta nel rispetto della risoluzione 1851 del Consiglio di sicurezza dellOnu. «Nessuno scarpone» ha infatti toccato il suolo somalo: è stata una missione «mirata, precisa e proporzionata» allo scopo di «distruggere lequipaggiamento dei pirati». È la prima volta che i militari passano allazione da quando è cominciata loperazione aereonavale Atalanta, schierata nel dicembre 2008 a protezione del traffico navale attorno al Corno dAfrica. Attualmente sono impegnate nove navi da guerra, fra cui litaliana Scirocco e cinque aerei da ricognizione navale. Il cambio di rotta è stato deciso nel Consiglio Ue del 23 marzo scorso: è stato rimosso infatti il limite di operare solo in mare. Per il contrammiraglio Duncan Potts, che guida loperazione Atalanta, il cambiamento di strategia della missione è «nientaltro che una estensione dellazione di contrasto della pirateria in mare». Il raggio dazione dei pirati è enorme: «Hanno attaccato navi mercantili fino a 1.
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