Ora l’influenza fa paura, c’è un giovane in coma

MonzaOra anche l’Italia ha paura. Il virus dell’influenza H1N1 ha colpito per la prima volta in modo allarmante il nostro Paese. Un 24enne di Parma si trova ricoverato all’ospedale San Gerardo di Monza. È grave.
La notizia è stata diffusa ieri in mattinata direttamente dal ministero della Salute che ora sta monitorando da vicino l’evolversi della situazione. Gli ultimi bollettini medici parlano di condizioni «gravi, ma stabili» e di «funzioni vitali protette da adeguati supporti extracorporei». Parole pesanti che sono rimbalzate da un capo all’altro del Penisola.
Nel tardo pomeriggio una nota di Luciano Bresciani, assessore regionale lombardo alla Sanità, ha lasciato intravedere qualche spiraglio di ripresa: «La situazione è sicuramente grave – ha spiegato – si tratta di una infezione polmonare atipica, che però comincia a dare segni di miglioramento, grazie alle terapie di ossigenazione che stanno sostituendo la funzione dei polmoni. Il ragazzo – ha precisato l’assessore - è sedato, perché così tollera molto meglio le cure». F. F. queste le iniziali del giovane, si trova nel reparto di terapia intensiva del nosocomio brianzolo, specializzato proprio nel trattamento della sindrome da Distress Respiratorio, da martedì sera.
Da quanto emerso nelle ultime ore era appena rientrato da una vacanza in Romagna quando si sono manifestati i primi sintomi. Di certo non era stato all’estero. Sono state le successive indagini sierologiche a confermare la diagnosi. Infezione da virus H1N1. O come è anche conosciuta «influenza A».
L’escalation è iniziata lo scorso 18 agosto quando il giovane si era presentato al pronto soccorso della sua città natale lamentando febbre alta e malessere diffuso. Dopo quattro giorni di trattamento a base di antibiotici il ritorno in ospedale, il 22 agosto, in condizioni peggiori. Ancora febbre e una violenta cefalea. Il ricovero nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Parma ha rivelato la presenza di un focolaio broncopneumonico sinistro, seguito nei giorni successivi da un ulteriore aggravamento delle condizioni, anche nulla, come hanno precisato i sanitari parmensi lasciava immaginare un’evoluzione di questo genere.
Per il 24enne ora si tratta di ore cruciali: «Al momento è impossibile dire più di quanto non sia già stato reso noto dal ministero», spiega il professor Giuseppe Foti, responsabile dell’unità operativa del reparto di terapia intensiva del San Gerardo. Mentre Antonio Pesenti, direttore del Dipartimento di anestesia e rianimazione, precisa che non si tratta «di un nuovo ceppo e non è più cattivo di quello contratto dagli altri 1.900 casi che si sono verificati in Italia». Per quanto riguarda le condizioni del giovane di Parma, il direttore Pesenti è fiducioso: «Ha buone probabilità di guarire. Anche se, per ora, non è cosciente, è intubato con un sondino nasogastrico e un respiratore artificiale».
Inoltre i medici hanno utilizzato fin dal suo trasferimento da Parma la tecnica della circolazione extracorporea per garantire l’ossigenazione del sangue, che viene fatto passare in un macchinario per poi essere reintrodotto nel sistema circolatorio del ragazzo. «Senza questa tecnica non sarebbe sopravvissuto», afferma il professor Foti. Oltre all’insufficienza respiratoria (sindrome da distress respiratorio dell’adulto) per il ragazzo è insorta anche una insufficienza renale che ha costretto i medici alla cosiddetta ultrafiltrazione continua, una sorta di dialisi effettuata ventiquattro ore su ventiquattro. «Non sappiamo prevedere per quanto potrebbe protrarsi questa situazione il nostro scopo ora è mantenere le funzioni vitali degli organi», dice il primario dell’unità di anestesia e rianimazione, Roberto Fumagalli.
A contrarre l’influenza, nei giorni scorsi, è stato anche il padre del giovane, che tuttavia non sembra avere sviluppato sintomi virulenti quanto il figlio, mentre per il momento sono risultati tutti negativi gli esami effettuati su famigliari e amici del ragazzo, oltre al personale medico entrato in contatto con il giovane nei giorni scorsi.


Gettano invece acqua sul fuoco degli allarmismi all’Istituto superiore di sanità sull’episodio, dove sostengono che questo caso grave non deve scatenare e innescare nuove psicosi: «Era previsto e con l’aumento della diffusione del virus dovremmo attendercene altri».

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