Una carta d'identità per il latte e gli altri prodotti caseari d'Italia, come quella per l'olio. È la proposta avanzata dal ministro Zaia: già avviata formalmente con un decreto firmato dal ministro delle Politiche agricole, l'iniziativa vuole valorizzare le produzioni italiane, anche nel settore del latte, dei formaggi e degli yogurt. L'idea di Zaia è di introdurre l'obbligo di tracciabilità dei prodotti lattiero caseari e il divieto di impiegare proteine, sia in Italia sia in Europa. Per il ministro è una forma di «tutela delle scelte di acquisto dei consumatori e uno strumento di valorizzazione della qualità e sicurezza delle produzioni italiane, che solo col formaggio valgono 6 miliardi di euro».
Il punto centrale è il diritto dei consumatori italiani a conoscere la reale provenienza del prodotto che trova sugli scaffali: uno su due, infatti, è straniero. Per esempio l'Italia produce 10 milioni di tonnellate di latte e ne importa 8 milioni. «Abbiamo l'obbligo di dare risposte ai produttori, circa 39mila aziende e ai consumatori che, ignari, possono acquistare prodotti di provenienza estera» spiega il ministro. Che spera in un'alleanza con Francia e Spagna, che porti ai successi conseguiti con l'olio. Il tutto per fornire agli italiani una garanzia sulla provenienza di latte e formaggi: «Siamo fuori mercato sui costi - ha aggiunto Zaia - perciò la nostra battaglia è sulla qualità». La carta d'identità di latte e formaggio punta a quella maggioranza di consumatori (il 72 per cento) che si dichiara disposta a spendere di più pur di avere «la certezza dell'origine dei prodotti alimentari». Ora l'Unione europea ha sei mesi di tempo per dare un parere sulla proposta.
Ora l'Italia propone la «carta d'identità» del latte
Proposta del ministro Zaia all'Europa per rintracciare l'origine di latticini, formaggi e yogurt e vietare l'utilizzo di proteine. Un «pedigree» come per l'olio made in Italy
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