E adesso cè persino chi vuole candidare Adriano Celentano a sindaco di Milano. La campagna elettorale è iniziata su Rockpolitik, quando il cresciutello ragazzo della via Gluck ha attaccato Gabriele Albertini in diretta tv: «Odia larte, odia il bello, si è dimenticato che deriviamo tutti dal bello. Anche lui deriva dal bello, anche se guardandolo adesso non si direbbe». Altra pasta da Umberto Veronesi, colpevole di aver dato ad Albertini (e non solo) quel che è di Albertini. Le bordate nostalgiche di Celentano contro il sindaco di Milano hanno titillato non poche anime nel centrosinistra e qualche battuta un po pesante ha incredibilmente trasformato il Molleggiato nelluomo giusto per affrontare Letizia Moratti, lanciata ancor di più ieri sera a Matrix da Fedele Confalonieri: «Io sindaco? Non mi candido, cè già lei». Celentano ha uno sponsor negli ex popolari della Margherita, che si sentono molto vicini alla sua ispirazione cattolica. E anche se Renzo Lusetti, vicecapogruppo del partito di Rutelli alla Camera, la butta lì tra il serio e il faceto, è indubbio che il nome è di quelli che fanno notizia.
Tanto che il settimanale Gente dedica alla candidatura un intero servizio e il sondaggista Renato Mannheimer dà i numeri: un partito del Molleggiato potrebbe contare su un consenso dell1-1,5%. La chiosa ce la mette Clemente Mastella: «Forse Celentano pensa ad un partito suo ma stia attento: gli spettatori non sono sempre gli elettori».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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