Un'operazione finanziaria che ha garantito alla Samp un introito di 25 milioni di euro. Soldi importanti arrivati attraverso la cessione del marchio, denaro che potrà servire per ripianare il bilancio ma anche per effettuare investimenti nel prossimo calcio mercato. Un'operazione nata qualche anno fa quando Riccardo Garrone acquistò la Samp. E subito si pensò di far effettuare una perizia sul marchio. Precisamente su quel marinaretto che, da sempre, è stato il segno distintivo della Samp. Il passo successivo è storia recente. La Sampdoria Holding spa, proprietaria del 99% della società calcistica, ha venduto il marchio alla SelmaBipiemme Leasing, che agisce sotto il controllo di Mediobanca. La cifra? Sono 25 milioni di euro, cinque in più rispetto alla perizia. Chapeau, perché tra sei anni quel marinaretto, il simbolo storico della Samp, ritornerà nella mani della società blucerchiata. Non esistono rischi che qualcuno, al termine del contratto, possa acquistare il marchio: «Non saremo la prima e né l'ultima società che effettuerà un'operazione di questo tipo. Tra sei anni la Samp tornerà ad essere la proprietaria del marchio», assicura l'amministratore delegato della Samp Beppe Marotta. Che spiega ancora: «È chiaro che le società di calcio hanno una valenza sociale, ma si tratta comunque di aziende. Non è altro che un'operazione tecnico - finanziaria per fa respirare i nostri azionisti. Lo ripeto, non si tratta di una cessione del marchio a titolo definitivo», conclude Marotta.
In pratica questa iniziativa rappresenta il riconoscimento di una buona gestione amministrativa, che ha saputo sfruttare e interagire al meglio con gli ottimi risultati sportivi ottenuti sul campo dalla squadra guidata dal tecnico Novellino. «L'utilizzo del marchio rimane a totale disposizione della Sampdoria - Ribadisce Marotta -. Operazioni di questo tipo, fra l'altro, sono già state sperimentate con successo nel campo della moda. Tuttavia non sarebbe stato possibile realizzarla se alle spalle non ci fosse stata una figura imprenditoriale del calibro di Riccardo Garrone». Il quale potrebbe essere incentivato a investire ulteriormente nella società anche alla luce di questa soluzione.
«Liberando risorse personali del presidente - spiega Marotta - si possono ipotizzare altre operazioni, fermo restando, ribadisco, che buona parte dei soldi ricavati dalla cessione del marchio serviranno a ripianare il deficit».
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