Ora nelle quattro province spuntano i «secessionisti»

«Chiediamo una Regione Lazio composta da Frosinone, Latina, Viterbo, Rieti e da una parte della Provincia di Roma. Le risorse dobbiamo deciderle noi, vogliamo un Consiglio regionale diverso e una Regione a tutti gli effetti senza Roma». Lo ha detto il presidente della Provincia di Frosinone, Antonello Iannarilli, nel corso di una conferenza con alcuni esponenti del Pdl di Roma e del Lazio, nella sede consiliare di via Poli. «Il 17 maggio all’Abbazia di Fossanova si riuniranno in maniera congiunta i Consigli provinciali di Frosinone e Latina per disporre la delibera con cui chiediamo di staccarci da Roma - ha spiegato Iannarilli -. La delibera deve essere approvata da un terzo dei consiglieri comunali delle aree interessate. A quel punto andremo al referendum e se avrà esito positivo lo Stato sarà costretto a concedere l’autonomia». Secondo Iannarilli, «non è più possibile dipendere dalla Capitale per qualsiasi decisione, dalla sanità all’urbanistica. Non siamo secessionisti ma ci arriveremo». La proposta è stata accolta con favore da un consigliere regionale uscente del Lazio, Donato Robilotta che ha commentato: «Potrebbe essere una grande occasione anche per la Capitale che potrebbe diventare la 21/a Regione d’Italia».
Anche il sindaco di Viterbo Giulio Marini, che è anche deputato del Pdl, ha detto che «il Lazio, così com’è, non è più attuale. O ci stacchiamo da Roma o diventiamo una regione a statuto speciale, nella quale i poteri della Capitale siano estesi a tutto il territorio», riferendosi alla proposta di Iannarilli per una Regione senza Capitale, formata dalle province di Viterbo, Rieti, Latina e Frosinone. Secondo Marini, con i poteri che stanno per esserle conferiti «la Capitale potrà promuovere uno sviluppo con il turbo, mentre le province, come del resto sta già avvenendo, saranno sempre più relegate ai margini». Ad avviso del sindaco di Viterbo, una soluzione alternativa potrebbe essere quella di trasformare il Lazio nella sesta regione italiana a statuto speciale o autonoma.

«Sardegna, Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Sicilia - spiega - hanno poteri speciali che non riguardano solo i rispettivi capoluoghi ma gli interi territori regionali. A maggior ragione dovrebbe essere così nel Lazio, dove il peso della Capitale d’Italia sarà sempre maggiore».

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