Ora gli ospedali hanno perso anche i farmaci sperimentali

La Liguria rischia di scendere sempre più verso una sanità di serie B. Dopo la delibera sui farmaci generici e la mancanza, fino ad oggi, di un’organico piano sanitario, spunta adesso la questione dei farmaci in sperimentazione. Chi viene ricoverato in ospedale potevea contare fino ad oggi sulla possibilità di venire curato con farmaci di ultimissima generazione che le aziende farmacautiche concedono gratuitamente ai nosocomi italiani in cambio di un’applicazione sui pazienti. A lanciare l’allarme Nicola Abbundo e Matteo Marcenaro del gruppo consigliere dell’Udc in Regione. «Lo prevede la legge: prima di essere liberamente commercilizzati, ma dopo ogni possibile sperimentazione clinica precedente, i farmaci nuovi devono stare due anni in fase di sperimentazione ospedaliera - spiega Abbundo -. Tutti gli ospedali del mondo possono contare su tali farmaci - gli ultimi studiati - e i loro pazienti hanno così a disposizione le ultime cure del caso. Ora la Liguria resterà indietro». Infatti, il via all’introduzione di tali farmaci avviene su deliberazione del comotato etico ospedaliero, che dà il via alla loro introduzione. E proprio qui sta il problama. La Regione ha stabilito che invece di un comitato per ogni ospedale la Liguria dovrebbe avere un solo comitato etico per tutti (fatta eccezione per Ist e Gaslini). Fin qui la rivolta dei medici che sono contrarissimi a un simile calderone. Ma il problema è peggiore. Infatti mentre i vecchi comitati etici non esistono più, quello nuovo non esiste ancora. E così le nuove sperimentazioni di farmaci sono ferme. Alla fine un dato pratico: chi si ricovera a Genova o in Liguria avrà meno cure di chi sceglie altre regioni.

«È indubbio - spiega Giovanni Regesta, presidente del collegio dei primari del San Martino - È evidente che la Regione voglia affossare la nostra sanità. Non si capisce altrimenti la ragione di scelte simili che penalizzano i malati».

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