Dopo aver usato la sciabola stavolta Stefania Craxi impugna il fioretto. E, in qualche modo, cerca di correggere il tiro dopo le dure accuse emerse dall'intervista al settimanale A: Berlusconi deve lasciare, basta con le barzellette che non fanno ridere e molto altro ancora. Una vera e propria ingratitudine quella della sottosegretaria agli Esteri, subito apprezzata dal fratello Bobo, che militando coi socialisti alleati con il Pd (e con Di Pietro) non a caso aveva colto con soddisfazione il "ripensamento" di Stefania. Ora, dalle colonne del Corriere, la Craxi fa una parziale retromarcia, cercando di spiegare meglio il senso delle sue parole (leggi la lettera).
Non sto in silenzio se un amico sbaglia "L’unico segnale che ho lanciato è quello a Berlusconi - scrive la Craxi - e credo sia evidente a tutti che se avessi avuto intenzione di smarcarmi, o peggio di accreditarmi presso non si sa chi, non avrei dovuto far altro che quello che già stanno facendo taluni, usi a disobbedir tacendo. Io preferisco esser leale parlando".
La battaglia di Berlusconi è la mia "Francamente - aggiunge la sottosegretaria - mi sarebbe piaciuto che almeno qualche esponente del Pdl si esprimesse nel merito senza basarsi solo sui titoli dei giornali.
La battaglia di Berlusconi per la modernizzazione del Paese - sottolinea - è la mia battaglia; al suo fianco la combatterò fino in fondo, ad iniziare dalla giustizia". "Ma il mio affetto e la mia solidarietà - conclude - non potranno mai diventare cortigianeria. Se a mio avviso uno dei miei più cari amici talvolta sbaglia, il vero affetto non è silenzio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.