La grande rivoluzione portata in politica dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi è costituita dall'aver introdotto un concetto finora ignoto, se non addirittura calpestato, dalla maggior parte dei politici italiani: il più grande precetto morale della politica è quello di mantenere gli impegni presi con gli elettori. Nonostante la politica italiana sia stata pervasa nel secolo scorso da grandi ideali e da grandi ideologie, la vera ragione della delegittimazione della classe politica è sempre stata quella di aver venduto fumo alla gente. E di non aver quasi mai rispettato le promesse fatte in campagna elettorale. I politici chiacchierano, si diceva, e non fanno i fatti. Ciò accadeva per ragioni strutturali (l'instabilità dei vari governi che si susseguivano alla guida del Paese) e per ragioni soggettive (i politici trattavano i programmi come un inutile orpello per le proprie campagne elettorali). Con Berlusconi, per fortuna, la musica è cambiata. Pacta sunt servanda: è questo il motto di Berlusconi e della classe politica che a lui si ispira. Ed è con questo spirito che i suoi ministri, primo fra tutti il «nostro» Claudio Scajola, lavorano ogni giorno con serietà e determinazione per perseguire gli interessi degli Italiani. E non è un caso che, dopo aver risolto il problema drammatico della spazzatura a Napoli in poco meno di due mesi, il governo Berlusconi abbia portato a casa l'accordo su Alitalia che fino a qualche giorno fa nessuno sperava di ottenere. Lo ha fatto come al solito, con forza di volontà e determinazione, a dispetto di chi ha giocato al «tanto peggio tanto meglio» con la sola recondita speranza di dimostrare che il governo Berlusconi avrebbe fallito in questa partita. È finita bene. Berlusconi ha rispettato l'altro grande impegno con gli elettori: quello di conservare l'italianità della nostra compagnia di bandiera. E appaiono patetici i tentativi di qualche leader del centrosinistra che tenta di assumersi la paternità del successo, dopo aver lavorato nell'ombra per cercare di affossare Alitalia. Mantenere gli impegni con gli elettori è una costante dell'attività di governo di Berlusconi. Accadde già nel governo precedente, con il famoso contratto con gli italiani. Sta succedendo anche adesso. In appena quattro mesi di lavoro, Berlusconi sta svegliando gli italiani addormentati dal governo Prodi e dalle liti della sinistra. E adesso si va avanti. I prossimi appuntamenti sono il federalismo fiscale e la riforma della giustizia. Soprattutto questo secondo tema è a me particolarmente caro. In Commissione giustizia a Montecitorio stiamo lavorando alacremente. Noi tutti deputati e senatori del Pdl sentiamo fortissimo l'impegno di lasciare ai nostri figli una giustizia più'giusta, più efficiente, scevra dai condizionamenti e dalle tentazioni della politica. Credo che ce la possiamo fare perché fa parte della nostra civiltà giuridica e della nostra storia. Personalmente sono impegnato a lavorare per eliminare il vergognoso abuso delle intercettazioni telefoniche e per favorire migliori condizioni di vita nelle carceri di tutta Italia. Sembrano due piccole battaglie ma non sono cosa da poco. Dopo le mie recenti visite nelle carceri italiane ho deciso di continuare in questa battaglia che era al centro del mio programma elettorale.
Anche io, come la formazione politica alla quale mi onoro di appartenere, credo nella nuova etica della politica: gli impegni con gli elettori si rispettano. Altrimenti, è meglio andare a casa.*Deputato del Pdl,
membro Commissione Giustizia
di Montecitorio
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