Economia

Ora Unicredit sfida i «grandi» dell’investment banking europeo

«Piazzetta Cuccia? Un concorrente locale di qualità»

da Milano

«Vogliamo diventare uno tra i maggiori player europei, ma sarebbe una missione impossibile scontrarsi con i colossi globali del settore». Sergio Ermotti, 46 anni, vicedirettore generale di Unicredit, ieri alla prima milanese come responsabile della divisione Markets & Investment banking del gruppo, mette sul tavolo i suoi programmi: giocare lo stesso campionato con istituti come Bnp Paribas, Abn, Barclays e Société Générale, lasciando perdere il girone delle banche d’affari modello Ubs, Morgan Stanley e Goldman Sachs. «In ogni caso non avrebbe senso una crescita distinta da quella di Unicredit. Le nostre aree di forza sono Italia, Germania e Austria, ma abbiamo anche una forte presenza nella nuova Europa. In Polonia siamo i primi, in Russia siamo tra i primi cinque. Con i nostri partner turchi abbiamo progetti ambiziosi. E il 75% del mercato dell’Est è in questi tre Paesi». Nel Far East invece il gruppo consoliderà solo presenze «tattiche», rafforzate intorno a competenze di prodotto.
«È la prima volta che una banca italiana assume un ruolo europeo così di rilievo», ha aggiunto il manager di Unicredit. Quanto alla concorrente Mediobanca, Ermotti è sembrato sottolineare la vocazione tutta peninsulare di Piazzetta Cuccia: «È sicuramente un concorrente locale di tradizione e qualità». Nel 2006 la divisione Markets & Investment banking ha inciso per il 14% dei ricavi di Unicredit, una percentuale che sale al 15% se si guarda all’allocazione di capitale e al 19% per quanto riguarda gli utili.

La scorsa settimana il gruppo ha completato la sistemazione formale del comparto: il cda di Ubm ha approvato il conferimento dell’area investment banking ad Hvb, la consociata tedesca del gruppo, che da Monaco di Baviera rappresenterà il centro di competenza nel settore.

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