Tanti Paesi stranieri hanno dimostrato, con il loro voto sullExpo del 2015, di avere ancora fiducia nellItalia. Ora si tratta di meritarsela. Di rendere chiaro a tutti - a cominciare da noi stessi - che lItalia ha fiducia nellItalia.
La scelta internazionale della quale possiamo essere orgogliosi - senza illusioni che genererebbero delusioni - ha un nome: Milano. Lasciamo pure da parte, per allergia alla retorica, lappellativo di capitale morale. Resta il fatto, indubbio, che Milano è un simbolo di affidabilità, un marchio di garanzia. In qualsiasi momento - e sia pure in un momento come lattuale, tra i peggiori che lItalia abbia conosciuto - quel simbolo e quel marchio godono di un credito largo e largamente diffuso.
Inutile incitare Milano - riecheggiando un fortunato slogan elettorale - a rialzarsi, perché non è mai caduta, perché ha onorato la sua tradizione e vocazione di lavoro, di creatività di efficienza, di solidità. Quando ogni cosa, attorno, sembrava crollare o immiserirsi, Milano non si è inginocchiata. Un contesto negativo la penalizzava, ha assistito con tristezza alla maggiore crescita di metropoli concorrenti, Barcellona tanto per citarne una. Ma senza scoraggiarsi. Lo diciamo anche ad onore di una dirigenza regionale e municipale rimasta ottimista quando lottimismo poteva sembrare incoscienza.
È inutile occultare o attenuare certe verità per non scatenare altrui risentimenti e suscettibilità. Limmondizia di Napoli e della Campania ha ammorbato lintera penisola, i poveri Formigoni e Moratti hanno dovuto faticare sette camicie per rimuovere diffidenze, per fare intendere che non cera spazzatura sul loro biglietto da visita e che, se non cè diossina nella mozzarella, ancor meno ce nè nel panettone. Sono riusciti nella titanica impresa, ed è stato quasi un miracolo benché per fortuna la rivale Smirne non avesse poi un pedigree straordinario.
Viva lExpo. È cosa nostra, una cosa nostra ben diversa da altre che conosciamo. Ma lassegnazione, e il suo annuncio, sono soltanto un promettente avvio. Milano è sulla rampa di lancio. Deve arrivare in orbita, per la fortuna sua, e per la fortuna dellItalia. Adesso lExpo bisogna guadagnarselo. È unoccasione straordinaria. Lo stanno ripetendo i più autorevoli inquilini del Palazzo romano. Vero. Stiamo attenti però. Luniverso politico degli sprechi e dei rinvii si è distinto negli ultimi anni per la straordinaria abilità nel perdere le occasioni. Affermò Bismarck che gli uomini non fanno la storia, ma è statista quelluomo che, sentendo frusciare accanto a sé il mantello della storia, sa afferrarlo.
Milano è forte e lafferrerà.
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