Non sarà più il campionato più bello del mondo, ma è molto piacevole vincerlo. Ed è piacevole vincerlo finendo con una partita vera, con una squadra che ha giocato come se fosse in finale di Champions collezionando cinque ammonizioni e rendendo tutto più bello. Il calcio dovrebbe essere sempre così e se il Siena avesse giocato le altre trentasei partite come le due che ha giocato contro di noi, sarebbe a metà classifica.
Siamo arrivati in volata, e questo è positivo per tutti. Naturalmente si sprecano i veleni, ognuno si scandalizza quando viene danneggiato e alza le spalle quando il vento tira in suo favore. Listerismo generale è sfociato nella finale di coppa Italia più rissosa della storia, Burdisso, Mexes e Perrotta picchiano come fabbri, Materazzi esagera nel mostrarsi picchiato e Totti macchia la sua carriera con lennesimo episodio molto poco edificante. LItalia esce malconcia dalle coppe con una eccezione: unInter che parte in sordina e supera gli psicodrammi europei con alcune esaltanti prestazioni, fino alla notte del Nou Camp dove alza un fortino e passa il turno soffrendo fino alla fine. Per uno che aveva 8 anni nel 1965 è sicuramente un bel periodo.
Ho vissuto la mia adolescenza guardando vincere gli altri, il 1980 e il 1989 sono stati due lampi in 25 anni di astinenza: il cambio di vento successivo a Calciopoli è stato salutare, anche perché lInter si è scrollata di dosso quel senso di ineluttabilità che accompagnava la sua travagliata storia.
La svolta è stata questanno: con i soldi incassati dallaffare Ibrahimovic sono arrivati Etoo, Milito, Sneijder, Thiago Motta, Pandev e Lucio e lInter, spesso derisa per gli errori di mercato, è diventata la squadra da battere anche al tavolo delle trattative.
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