Se il messaggio è forte e la causa deffetto, mettersi in «vetrina» in piazza Duomo offre lopportunità di non passare inosservati. Così deve aver pensato Ahmed G., un senza tetto di 61 anni, quando ieri mattina, qualche minuto prima delle 11.30, dopo essersi arrampicato su un ponteggio, ha raggiunto unimpalcatura del cantiere posto sulle guglie del Duomo e ci è rimasto fino alle 12.20, minacciando di lanciarsi nel vuoto se non lavessero fatto parlare con il presidente della Regione Roberto Formigoni.
Subito sotto la cattedrale si sono radunate molte persone. Tanti erano semplicemente curiosi, molti altri invece erano convinti che quel tipo potesse fare sul serio e la tragedia fosse imminente. Quindi sono arrivati anche poliziotti, carabinieri e vigili del fuoco che hanno tentato di dialogare con luomo, di farlo ragionare, di farlo scendere da lassù perché tanto non avrebbe risolto niente a quel modo, tutto si sarebbe semplicemente rivoltato contro di lui.
In un primo tempo, infatti, si credeva che Ahmed fosse un invalido che reclamava unabitazione proprio a causa del suo handicap. Col passare dei minuti, però, si è chiarito che il problema delluomo era un po differente. Nato in Tunisia ma cittadino italiano da oltre 40 anni, nel 2006, Ahmed era stato sfrattato da un alloggio popolare dellAler che aveva occupato abusivamente. Uscito dal carcere un paio di mesi fa dopo aver scontato una pena per piccoli reati, nei mesi scorsi si è arrangiato dormendo in sistemazioni di fortuna. Infine, esasperato, ieri mattina ha deciso di inscenare la sua clamorosa protesta. Un atto di ribellione e di orgoglio (ma anche specchio di una profonda disperazione) durato in tutto circa cinquanta minuti. Forse troppo pochi per smuovere veramente le acque; anche troppi per evitare unaccusa per procurato allarme.
Quando i funzionari di polizia, infatti, sono riusciti a farlo capitolare e a spingerlo a scendere il 61enne è stato accompagnato negli uffici del vicino commissariato Centro, in piazza San Sepolcro, il 61enne è stato subito visitato da un medico, che lo ha trovato in buone condizioni di salute, riscontrando che non si tratta di un folle. Quindi è stato denunciato.
«Lho fatto perché voglio un alloggio e non voglio morire come un cane! Sono cittadino italiano, ho lavorato per 41 anni, vivo da solo perché sono separato e non vedo neanche i miei figli!» ha spiegato Ahmed, gridando, alla polizia, appena sceso dalle guglie.
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