Bivacco no, lo dice lordinanza sperimentale del sindaco che vieta cibo e canti per strada. O meglio, non è che li vieti in assoluto, ma dietro il filtro della cartina al tornasole del buonsenso. Bivacco proprio no, non scherziamo, tanto chi vuoi che con questo caldo vada oltre una bottiglietta dacqua ghiacciata. O, al massimo, oltre un gelato alla frutta. Bivacco forse, perché i turisti sanno sovvertire ogni pronostico e ingurgitare di tutto nei momenti più impensabili, comprese le caldarroste alle tre del pomeriggio e una pizza alla salsiccia appena sfornata unora più tardi. E allora bivacco sì, decisamente sì. Un po ovunque ieri nel centro, tra vigili indifferenti, bocche piene, briciole, schiamazzi e cartacce.
La partenza del provvedimento firmato da Gianni Alemanno ed entrato subito in vigore, insomma, è stata decisamente soft. Buone notizie dunque per i vacanzieri doltralpe, veri padroni della capitale nel weekend, che possono tener vive le loro abitudini. E, in alcuni casi, i loro eccessi. A cominciare da piazza di Spagna, anzi un po più indietro, da piazza Mignanelli. Sotto la colonna dellImmacolata è tutto un masticare panini del vicino fast food e tirar su liquidi annacquati con cannucce trasparenti e una evidente soddisfazione. Intorno alla Barcaccia, invece, i capannelli paiono leggermente più chic, ma non cè ragione di stupirsi: trovandosi a un passo dallimbocco di via dei Condotti bisogna adeguarsi. Muffin e pasticcini diventano allora gli articoli più gettonati, insieme con coppette e coni capaci di sfidare le leggi di gravità.
Di vigili, invece, non se ne vedono. Come faranno a vigilare, ci si potrebbe chiedere. Ma anche quando ci sono non è che cambi tanto. A largo Goldoni due americani con la camicia aperta e il tono di un carpentiere arrabbiato divorano una rosetta trattata con Ogm, mentre due caschi bianchi se ne stanno appoggiati alla vettura di servizio, parcheggiata di sbieco su via del Corso. E a piazza Colonna, a un metro dai gangli vitali dello Stato, una ragazza si gode una pizza bianca ripiena, mentre poco distante i commessi del negozio di telefonia cercano di placere la fame dei malati da iPhone.
Non va meglio al Pantheon, autentico paradigma dellordinanza violata. Ai quattro lati della fontana chiunque consuma di tutto, da caffè allungati con la panna a tranci di pizza da cui sgocciola unto a profusione. Ma il vero capolavoro lo compie un gruppo composto da una ventina di ragazzi spagnoli. Seduti in cerchio, intenti a cantare, spezzano con le mani una specie di torta al cioccolato e se la passano tra di loro. Abbozziamo un «sapete che non potete stare qui?». Loro, di rimando, ci offrono un pezzo di merenda. E sarebbe maleducato rifiutare. Sembra una sagra: tutti, con buona pace del caldo, si mettono allingrasso in mezzo a gladiatori vestiti di rosso e di blu, mimi e bolle di sapone. E il tempo per uno snack si trova in via del Corso sui gradini di una banca mentre si aspetta lautobus o a piazza Venezia, mentre ci si ristora in vista della scarpinata a piedi per il Colosseo.
A Fontana di Trevi, infine, la «bivaccomania» impazza. Quella sorta di «pic-nic allaperto» che lordinanza intende combattere, e stroncare, è praticamente dappertutto.
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