I tre squilli di tromba che dovevano anticipare lo scoppio non si sono sentiti. Alle 10.08, in tre secondi, ieri è scomparso lo storico padiglione 20 della Fiera. Una tonnellata di esplosivo ha fatto implodere su se stessa la mastodontica struttura, oltre 230mila metri cubi. Una demolizione che, per il volume da abbattere in un’unica soluzione, segna un record in Italia e forse in Europa, come assicura la General Montaggi che ha già eliminato l’ecomostro di Punta Perotti a Bari. Sembrava la scena di un film. Le microcariche di esplosivo, suddiviso in cartucce da 38 millimetri, sono state collocate nei 500 fori creati sulla superficie del padiglione. Un botto, il polverone con la gente che si allontana di corsa, e dell’ultimo baluardo della vecchia Fiera campionaria costruita per l’Esposizione universale del 1906 non è rimasto che un cumulo di macerie.
Largo al nuovo, gli avveniristici grattacieli di «CityLife» firmati Libeskind, Hadid e Isozaki, che tra sei anni svetteranno in città e si candidano a diventare il simbolo naturale dell’Expo 2015. Le tappe: venerdì dovrebbe finalmente approdare in giunta la delibera per la variante al progetto, poi tre mesi di tempo ai cittadini per presentare eventuali osservazioni, voto definitivo a Palazzo Marino a fine estate e subito via ai cantieri. Ma si parla già di correzioni. Il responsabile del progetto, Marco Lanata, assicura che le recenti critiche del neo premier Silvio Berlusconi ai grattacieli «sbilenchi» non c’entrano nulla. «Già da un paio di mesi - riferisce - per la torre di Libeskind stiamo pensando a piccole variazioni, dovrebbe essere leggermente alzata e raddrizzata, indipendentemente dalle polemiche politiche». Il sindaco Letizia Moratti nel pomeriggio si limita a ricordare che «è un progetto della giunta Albertini di 5 anni fa, le decisioni da prendere sul progetto saranno rispettose di quanto approvato allora». Festeggia invece l’ex assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi: «Una mia vittoria, frutto dei colloqui tra me e Berlusconi, che si era detto subito contrario alla torre. Ho avuto rassicurazioni dallo stesso Salvatore Ligresti (che capeggia la cordata CityLife, ndr), mi ha detto “piuttosto che fare un grattacielo così preferirei farne uno orizzontale”».
Per quello ribattezzato come il grattacielo «storto» cambierà anche la destinazione d’uso: non più uffici, ma un «combo hotel», con una parte destinata a una grande catena alberghiera e un’altra con alloggi in affitto e la possibilità di usare gli stessi servizi dell’albergo. Iniziati un anno e mezzo fa, i lavori per la demolizione della ex Fiera sono stati sempre monitorati da un «Osservatorio Ambiente»: mai superati i limiti delle polveri e del rumore.
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