Gli orfani di Horus «okkupano» un ex cinema

IL MESSAGGIO «Stiamo facendo un censimento degli immobili vuoti nella capitale»

Gli orfani di Horus «okkupano» un ex cinema

L’assedio al Comune di Roma continua. Ieri la bandiera di Action e dei centri sociali ha sventolato per alcune ore sull’ex cinema Quirinale, in via Nazionale, di proprietà Bankitalia. Rampelli: «Un gesto inammissibile, basta con le occupazioni».
In mattinata cinquanta attivisti del centro sociale Horus hanno manifestato in via Nazionale con bandiere e fumogeni, reclamando «la restituzione» del locale sgomberato dalla polizia il 21 ottobre e restituito al legittimo proprietario. A mezzogiorno i manifestanti hanno fatto irruzione nel cinema, chiuso per lavori di ristrutturazione. «Abbiamo occupato lo stabile - hanno annunciato subito dopo in un comunicato stampa - sia per la liberazione dell’Horus, sia per informare che stiamo facendo un censimento degli immobili vuoti a Roma».
Gli occupanti hanno issato due lunghi striscioni: «Horus libero» e «Lo spettacolo deve continuare. Se non Horus quando?». L’occupazione è durata poco più di tre ore. «Vogliamo la convocazione immediata della proprietà (dell’Horus, ndr) al tavolo delle trattative - hanno detto gli attivisti dei centri sociali - e costringere la giunta a prendere una posizione pubblica sull’assegnazione dello spazio alle reti sociali che lo hanno animato in questi due anni». Una sorta di diktat, insomma, come ai tempi di Veltroni. Chiamato in causa dai manifestanti anche l’assessore capitolino alla cultura, Umberto Croppi: «Abbiamo ottenuto da lui un incontro pubblico sulla destinazione d’uso dell’ex cinema Quirinale, che è vuoto da oltre 10 anni». Il capogruppo del Prc alla Regione, Ivano Peduzzi, ha preso subito la palla al balzo e dato pieno sostegno agli okkupanti: «Sull’Horus abbiamo convocato un tavolo alla Regione per il 22 dicembre, è un delitto lasciare grandi spazi immobiliari inutilizzati e cancellare esperienze come quella».
Peccato che dietro le quinte la realtà sia molto diversa. Intanto Action e i centri sociali confermano di fare quadrato. Lo sgombero dell’Horus, 21 ottobre, ha aperto una stagione nuova. D’ora in poi i privati si faranno sentire, il vento sta cambiando, come scrivevamo ieri. E la sinistra antagonista raschia il barile nella speranza di salvare il possibile. In secondo luogo l’assessore Croppi, come precisa l’addetta stampa, non ha nessun appuntamento sull’ex Quirinale, - cosa fuori dalla logica, visto che il cinema è di proprietà privata, - ma è stato solo invitato al tavolo del 22 dicembre. Infine, Bankitalia puntualizza: »Lo stabile di via Nazionale è chiuso perché in attesa di ristrutturazione, abbiamo già avviato le perizie per cambiare la destinazione d’uso del cinema. Che sarà trasformato in sala convegni. Appena appresa notizia dell’occupazione, abbiamo denunciato il fatto alla Procura, al sindaco Alemanno, al prefetto. Attualmente l’ingresso del cinema è presieduto dai carabinieri per evitare ulteriori colpi di mano». L’ex Quirinale, insomma, è tutt’altro che uno stabile abbandonato da un decennio, come sostengono i giovani dell’Horus. «Finora i centri sociali hanno sempre goduto della più totale impunità - rimarca il deputato del Pdl, Fabio Rampelli - grazie alla tolleranza dei sindaci di centro-sinistra. Ora però le cose sono cambiate. Occupare stabili o locali di proprietà altrui è un reato.

Quando c’è un’occupazione come quelle cui ci ha abituato Action negli ultimi anni, va immediatamente sgomberata». Anche per il presidente dell’Osservatorio Sociale, Luigi Camilloni, «non ci si può trincerare dietro le carenze di spazi sociali, per attribuire un potere ricattatorio ad Action nei confronti della città».

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