Gabriele Oriali è stato sempre, in carriera, un silenzioso gregario. Ha portato la borraccia, nell'Inter, a Beccalossi, e in Nazionale a un tipo come Antognoni, senza mai lamentersene. Anzi facendo del proprio riserbo una caratteristica di grande affidamento.
Da quando è passato tra i ranghi dirigenziali del club interista, dopo l'apprendistato a Bologna con Ulivieri, ha cambiato pelle e anche il modo di comunicare. Nei primi tempi era rimasto dietro le quinte. Anche perchè lavorando al buio era riuscito ad ottenere, per Alvaro Recoba, un paio di documenti falsi, il passaporto per ottenere il tesseramento come straniero non extra-comunitario e la patente di guida. Per questo motivo ha avuto grane penali con procedimento concluso da una condanna per sei mesi, salvo poi, in una intervista,ad addossare la colpa al suo ex sodale Franco Baldini, cui aveva chiesto una "dritta" per aggirare le norme della federcalcio.
Appena partì Roberto Mancini da Appiano Gentile, si sentì perso. Perchè a Mourinho parlarono male di lui, presentandolo come un vedovo del precedente allenatore. Josè, all'inizio, lo tenne fuori dalla porta di Appiano per poi includerlo nello staff tecnico. Adesso che Mourinho è partito e ha lasciato un vuoto in fatto di polemiche e di stoccate, Oriali ha deciso di farne le veci. Così, tratteggiando la figura di Benitez, ha ricordato la finale di Istanbul, maggio del 2005 allorquando lo spagnolo tecnico del Liverpool riuscì nell'impresa di rimontare lo 0 a 3 al Milan, soffiandogli la Champions ai rigori. «Ha fatto godere gli interisti in quella circostanza» ha ricordato.
Inevitabile che dal sito milanista gli rispondessero per le rime. E rinfacciando allo stesso Oriali le volte in cui Benitezx ha fatto godere i milanisti.
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