Orlando, Poli e il «teatro d’attore»

All’Eliseo debutta «Sei brillanti», dove Paolo Poli dà voce a sei testimoni della società italiana

Le festività di Natale sono ormai alle porte e hanno in serbo, per gli amanti del teatro che restano in città, un bouquet di proposte davvero niente male. Con Paolo Poli all’Eliseo, Silvio Orlando all’Ambra Jovinelli, Mario Scaccia al Valle, Nini Salerno e Franco Oppini al Vittoria, la scena capitolina si anima di protagonisti maschili e, pur nella varietà dei titoli e dei relativi progetti artistici, mostra un vivo interesse per i primi attori. Un’assoluta novità è, ad esempio, l’ultimo lavoro di Paolo Poli, Sei brillanti, dove l’eclettico artista toscano dà originale slancio al suo stile di sempre cucendo insieme una serie di riflessioni sulla società italiana dagli anni Venti agli anni Ottanta, condotte attraverso la penna, l’intelligenza, l’ironia di sei giornaliste vissute in questo settantennio. Un viaggio nella scrittura al femminile, puntellato di trasformismo e accenti di varietà (musiche d’epoca curate da Jacqueline Perrotin, scenografia di Lele Luzzati e spiritosi costumi a firma di Santuzza Calì), il cui incipit è affidato a Maria Volpi Nannipieri (nota con lo pseudonimo di Mura) e alla sua «indagine» sull’amore lesbico intitolata Perfidie (’19). Proseguendo in ordine cronologico, ecco Fame di Paola Masini che racconta la grave crisi del ’29, e poi Irene Brin che nel brano Visite offre un desolante scorcio del dopoguerra. La seconda metà del Novecento si apre con Camilla Cederna, sensibile osservatrice del boom e dei rivoluzionari anni Sessanta in Lato debole, seguito dal più compassato Lui visto da lei di Natalia Aspesi (sul tema dell’aborto) e, infine, dalla diabolica vecchietta descritta in Adagio poco mosso di Elena Gianini Belotti.
Ci spostiamo decisamente nell’ambito del teatro di tradizione con la commedia Questi fantasmi! di Eduardo De Filippo che Silvio Orlando (protagonista) e Armando Pugliese (regista) replicano nuovamente a Roma dopo il successo della scorsa stagione (lo avevamo visto all’Eliseo). Non si può che dire bene di questo spettacolo coinvolgente e agrodolce dove il genio eduardiano, qui messo a servizio di una storia in bilico tra compromessi, bisogni e stramberie surreali, sposa la moderna scivolosità di una recitazione (alludiamo alla bella prova dell’attore campano) estremamente asciutta, semplice e, in definitiva, umanissima. Di Mario Scaccia e del suo ennesimo omaggio a Goldoni, s’è già detto (si veda l’articolo qui a fianco). Attiene invece al migliore repertorio brillante made in Usa la pièce Due scapoli e una bionda di Neil Simon (’66), attesa a Roma nella versione diretta da Alessandro Benvenuti (già regista dello stesso titolo una decina di anni fa) con la coppia Salerno-Oppini fiancheggiata dalla bella Barbara Terrinoni. In scena ci sono Andy e Norman, due amici molto diversi tra loro che vengono profondamente scombussolati dall’improvviso arrivo della bionda Sophie. «Trattasi di un triangolo - spiega il regista - dove i tre angoli non sono mai acuti, ma anzi assai smussati e dove il senso dell’amicizia virile fra i due non è mai messo in discussione.

È una storia soft, piena di ritmo e continue trovate comiche e forse, in fondo in fondo, è anche un po' una favola». Un curioso accidente replica fino al 31 dicembre; gli altri titoli restano in scena fino al 7 gennaio.

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