Cronache

Orti sotto le case genovesi per estirpare il degrado

Orti sotto le case genovesi per estirpare il degrado

(...) sotto casa, su piccoli appezzamenti di terreno di proprietà comunale che vengono assegnati in comodato d'uso ai cittadini. A Genova gli orti, coltivati per lo più da pensionati, sono circa duecento e quasi tutti i Municipi ne promuovono la diffusione e la valorizzazione. In questi piccoli appezzamenti di terreno generalmente vengono seminati pomodori, insalata ed erbe aromatiche destinati al consumo familiare.
Altra finalità il nuovo provvedimento presentato in Giunta dall'assessore al Sistema Manutentivo e alle Relazioni con i Municipi Elisabetta Corda, con il quale la città di Genova parteciperà al progetto nazionale «Orti urbani: l'arte del coltivare in città» promosso dall'Associazione Nazionale Comuni Italiani, in collaborazione con l'Associazione Italia Nostra e il supporto della Coldiretti.
Obiettivo del progetto è assegnare aree coltivabili, di circa cinquecento metri quadrati, ad associazioni, consorzi di agricoltori o a gruppi di cittadini per promuovere la coltivazione di ortaggi e di prodotti locali, organizzare attività di educazione ambientale per bambini ed adulti ed eventualmente avviare filiere di vendita a costi inferiori e a «chilometri zero». I Municipi che hanno accolto la proposta del Comune di Genova, mettendo a disposizione aree idonee alla creazione degli orti urbani in città nei propri territori, sono tre: Valpolcevera (Begato), Medio Ponente (sotto gli Erzelli) e Medio Levante (collina di Santa Tecla). Elisabetta Corda, assessore al Sistema Manutentivo e alle Relazioni con i Municipi, chiarisce «Queste aree di proprietà comunale potranno essere utilizzate per la coltivazione di specie tipiche della nostra città, come per esempio gli ulivi e per la vendita diretta di prodotti tipici della zona. Inoltre in questo modo possiamo contrastare in modo efficace il degrado ambientale di spazi utilizzati spesso come discariche».
Il piano per realizzare i nuovi orti urbani prevede tre fasi «Il primo passo, già compiuto, è l'identificazione della zona - spiega l'assessore - per poi procedere con il progetto tecnico e lo studio dei contenuti nel rispetto delle specificità territoriali, quindi a settembre sarà pubblicato il bando dove saranno elencati i requisiti per fare domanda al fine di ottenere l'utilizzo dei terreni coltivabili».

Insomma propdotti doc e con un occhio alla tutela e alla salvaguardia dell’ambiente.

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