Cè un mostro nel bel mezzo di Ostiense. Circondata dai palazzi cè una centrale termoelettrica a tre turbine, che brucia seimila tonnellate di gasolio lanno e che, secondo i residenti, produce da sola un quarto delle emissioni di polveri sottili della Capitale. Che crea inquinamento acustico e che rappresenta un pericolo per la popolazione, con le sue grandi cisterne di gasolio a poche decine di metri dalle abitazioni private: in caso di incidente sarebbero a rischio centinaia di persone. Tutto accade nellindifferenza dellamministrazione comunale, nonostante Roma si vanti di essere una città attenta ai problemi ecologici.
Limpianto di cui si parla è la nuova centrale Montemartini dellAcea Electrabel, in via Ostiense 106. Nascosta alla vista dalla vecchia centrale, ora diventata museo comunale, la Montemartini è forse lunico caso di centro di produzione di energia in pieno centro, ad appena tre chilometri in linea daria dal Campidoglio.
La centrale, costruita nel 1972 e ristrutturata nel 99/2000, dovrebbe funzionare solo nei momenti di picco di richiesta energetica e le tre turbine, ognuna da 26 megawatt, essere accese solo in casi di emergenza per rifornire le utenze «sensibili»: istituzioni e servizi pubblici, come gli ospedali. Secondo lAcea le ore di funzionamento sono in diminuzione, ma per i residenti la centrale è attiva, soprattutto nei mesi estivi, per buona parte della giornata, o almeno così sembra a giudicare dai rumori. La municipalizzata ha dichiarato nel mese di luglio 2006 oltre 130 ore di funzionamento. Più di 6 ore al giorno, escludendo i festivi.
I cittadini di Ostiense non ne possono più. «Abito a poche centinaia di metri, ogni tanto si vedono nuvole di fumo marroncino provenire dagli scarichi» racconta Andrea Mocciaro, consigliere del XII Municipio e membro del Comitato Ostiense, che da anni si batte contro la centrale. «E nonostante tenga le finestre con i doppi vetri chiuse, il rumore continuo è una tortura».
Nel 2002 lArpa Lazio, lAgenzia regionale per la protezione ambientale del Lazio fece una serie di verifiche che riguardarono però solo linquinamento acustico, risultato superiore alla norma di 2,5 decibel. LAcea fu multata e denunciata per mancata osservanza dei provvedimenti delle Autorità. Non venne invece rilevato linquinamento atmosferico: lArpa Lazio verificò solo la taratura degli strumenti della centrale.
Sulle emissioni atmosferiche i dati sono divergenti. Secondo il «Piano di tutela e risanamento della qualità dellaria della Regione Lazio» realizzato dallEsa, la centrale immette nellatmosfera 60 tonnellate lanno di pericolose polveri Pm10. Un dato confermato da Angelo Bonelli dei Verdi, che sul Corriere della Sera del 6 febbraio 2004 dichiarò: «A Roma esistono altre sorgenti di inquinamento da Pm10 non riferibili solo al traffico. Una di queste è la centrale elettrica Montemartini, che produce ogni anno 60 tonnellate di polveri sottili, il 25 per cento di tutto il traffico privato di Roma». Niente di vero secondo lAcea, che dichiara emissioni di molto inferiori: circa 240 chilogrammi nel 2005, in costante diminuzione negli ultimi anni e precisa che la Montemartini ha ottenuto nel giugno 2005 il certificato di conformità del Sistema di Gestione Ambientale.
Le polveri sottili fanno circa 9 mila morti lanno in Italia, e contro la loro presenza nellaria, Veltroni ricorre ad iniziative quali le domeniche a piedi, il cui reale impatto sullambiente è scarso ma che rappresentano una croce per i residenti. Nonostante la contraddizione, il Comune fa finta di niente. «Veltroni nel 2001, quando venne ad Ostiense per la chiusura dei mercati generali, mi promise che avrebbe fatto qualcosa per spostare la centrale - spiega Oriana Maerini, portavoce del Comitato Ostiense -.
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