Unopera costruita a regola darte, abusiva, sì, ma è un vero peccato che lo sia: quando gli agenti della Guardia forestale si sono trovati di fronte a quel ponticello con tanto di ancoraggi di cemento e struttura portante in ferro, e a quellargine modificato per fare spazio a un impianto di captazione delle acque, sulla sponda del torrente Ri, località Torchi di Pegui, frazione di Calice al Cornoviglio, hanno pensato di dover mettersi a scovare una squadra di esperti costruttori, per di più ferrati in problemi idraulici.
Le indagini sono durate un bel po, senza escludere nessuna pista possibile, persino le meno probabili. Alla fine, comunque, la verità è venuta a galla. E ha superato di gran lunga le ipotesi più fantasiose: a progettare e costruire, in breve tempo per giunta, la passerella sul Ri, con tutto il corredo di sostegni, è stato lui, un arzillo ottantenne di La Spezia che, novello Cincinnato, dopo tanto lavorare in città sera deciso a stabilirsi in campagna.
Qui, nella pace bucolica, ha pensato bene di dotarsi di qualche comodità. In particolare, gli è sembrato indispensabile passare da una sponda allaltra delle «chiare, fresche e dolci acque» senza fare il giro delluniverso! Da qui la decisione: «Mi faccio il ponte». Naturalmente, un ponte fai-da-te, che non richiede autorizzazioni e permessi particolari. Ci si è messo dimpegno, ha messo a frutto le nozioni imparate tanti anni prima e mai dimenticate. E in pochi mesi, ha fatto tutto. Alla chetichella, fidandosi dellisolamento.
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