da Catania
Dopo la radiazione dallordine giudiziario decisa dal Csm per lex giudice Edi Pinatto, il magistrato che ha impiegato 8 anni per depositare la motivazione di una sentenza emessa quando era in servizio al Tribunale di Gela, in provincia di Caltanissetta, adesso è arrivata anche la condanna: il gup di Catania gli ha inflitto otto mesi di reclusione, pena sospesa, per omissione in atti dufficio.
Il ritardo nel deposito della motivazione del processo «Grande Oriente» aveva provocato la scarcerazione di numerosi imputati condannati. Il gup di Catania, ieri, ha pure condannato «il giudice lumaca» a un risarcimento in favore dello stato da stabilire in separata sede per i danni arrecati alla magistratura.
Per il ritardo nel deposito della sentenza, che ha consentito a diversi dei sette imputati la scarcerazione per decorrenza dei termini di detenzione, il 16 giugno scorso il Consiglio superiore della magistratura aveva rimosso il magistrato dallordine giudiziario: allepoca svolgeva lincarico di pubblico ministero a Milano.
Non è la prima volta che Pinatto viene giudicato per il ritardo nel deposito delle motivazione della sentenza del processo Grande oriente.
La Procura di Catania ne aveva chiesto il rinvio nellottobre del 2006. Lanno successivo lallora magistrato fu giudicato con il rito abbreviato e il Gup dispose il proscioglimento perché «non cera dolo» nel suo comportamento sottolineando che «il ritardo era dovuto a carenze nellorganizzazione del lavoro».
I difensori dellex giudice avevamo invece chiesto lassoluzione sostenendo che il togato era oberato di lavoro e per questo non aveva potuto dedicarsi alla sentenza del processo «Grande oriente» riguardante alcuni boss del clan Madonia di Gela.
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