Consideravo e continuo a considerare Pasquale Ottonello uno dei migliori presidenti di Municipio: nel suo territorio del Medio-Levante - o, meglio, di Albaro, Foce e San Martino, per chi ama parlare con il linguaggio dei cittadini e non con quello della burocrazia comunale - ha sempre lavorato sodo. Ed ha sempre dimostrato di essere uno degli esponenti del Pdl genovese (fino a ieri) capace di fare governo e non solo di essere eternamente destinato allopposizione.
Poi, certo, i suoi metodi non piacevano a tutti. Un certo autoritarismo, o forse solo decisionismo, contrassegnava alcune scelte, non tutte condivisibili. Posto di fronte alle schede elettorali per le politiche e le regionali, Ottonello aveva avuto il grande pregio di contarsi, ma non quello di contare abbastanza fans da essere eletto in Parlamento o in Regione.
Però, per lappunto, il suo addio fa doppiamente male, anche perchè nel parlamentino di Albaro, è sempre stato capace di fare squadra con i suoi uomini. A volte con metodi molto ottonelliani, ma comunque di fare squadra. E quindi il suo addio - soprattutto perchè il biglietto di sola andata è stato staccato in direzione Marta Vincenzi - fa doppiamente male. Dolore che non viene lenito nemmeno dalle parole soft e dalla mancanza di risentimenti con cui «Otto» ha giustificato la sua scelta.
Però, se fa male al Pdl, il cambio di maglietta di Pasquale forse fa ancora più male al Pd, come vi racconta il nostro ottimo Federico Casabella. E, soprattutto, grazie alla legge per i Municipi, fa sì che Ottonello non rubi nemmeno un voto ai suoi elettori, visto che lascerà il parlamentino, incompatibile con il Comune, e sarà sostituito da un altro consigliere e da un altro presidente, eletto anchesso nellambito dei consiglieri di maggioranza Pdl-Lega. Due i favoriti: il capogruppo del Pdl Fabio Orengo e lassessore del Carroccio Renzo Di Prima, forse non a caso due votatissimi nel gioco dei tagliandini (molto più di Ottonello).
Però, proprio perchè il neo-folgorato sulla via di Marta non si appropria di voti non suoi, ci tengo a dire che il caso Musso - su cui il Pdl oggi indignato ha mantenuto un bassissimo profilo - è in realtà più grave. Molto si può dire di Enrico Musso, molto anche di negativo, ma certo non si può dire che sia il peggiore dei parlamentari liguri a Roma. Anzi.
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